Università, residenza chiusa da 10 anni Ersu e Regione litigano, l’edificio crolla

Sessanta. È questo il numero dei posti letto che non possono essere utilizzati perché l’edificio in cui si trovano ha gravi problemi strutturali. Dieci, invece, è il numero degli anni di chiusura della struttura. Stiamo parlando della residenza della Cittadella Universitaria alla circonvallazione di Catania. Tantissimo tempo, tantissimi posti, considerando la poca offerta per gli studenti dell’università etnea. Posti che, per altro, sono ogni anno di meno (in un anno si sono ridotti da 1000 a meno di 800 per il grave deficit di alcune strutture, come il vecchio Hotel Costa).

Quella per la ricerca del finanziamento e la realizzazione dei necessari lavori di ristrutturazione della residenza Cittadella è la storia di uno scambio epistolare quasi decennale. Il vicepresidente dell’Ersu della città etnea, Antonino Risitano, fa sapere che l’istanza inviata al Dipartimento della protezione civile della regione Sicilia, insieme con una relazione tecnica, è stata inviata nel maggio del 2004. Il fine era di ottenere un finanziamento «Per il consolidamento della residenza universitaria Cittadella». Nonostante la proclamata urgenza perché«la situazione della staticità dell’immobile andava aggravandosi per cedimenti fondazionali e spinte delle terre» leggiamo nella nota del vicepresidente, il progetto esecutivo è stato inviato agli uffici regionali due anni dopo. Per i lavori di assestamento dell’edificio e di regimentazione delle acque piovane vengono chiesti 875 mila euro.

Altro tempo è passato prima della risposta dei dirigenti del Dipartimento e altro ancora per la replica di quelli dell’Ersu. È il 29 maggio del 2009 quando viene inviata una nota in riscontro a una possibilità di finanziamento di circa 335 mila euro da parte della Regione, a cui comunque bisognava aggiungere quasi 150 mila euro da parte dell’ente regionale che fa notare come la somma richiesta è un’altra e che quella decisa dal dipartimento della protezione civile non è sufficiente per  «eseguire il consolidamento del pendìo e l’arresto dello scivolamento delle fondazioni, senza i quali non è possibile eseguire il consolidamento della parte superiore dell’edificio» leggiamo ancora. Inoltre, nell’eventualità in cui la Regione non avesse potuto finanziare l’intero progetto si chiedeva che la cifra disponibile potesse essere impiegata per «un intervento urgente di consolidamento presso la residenza Centro, per la quale l’Ersu è in possesso del progetto esecutivo». Insomma, i problemi strutturali sono all’ordine del giorno in un po’ tutte le residenze universitarie catanesi e gli interventi, seppur non eseguiti, manifestano un carattere di urgenza da anni ormai. A secco sono però le casse dell’ente che le gestisce, che dunque chiede i soldi alla Regione, che non sembra disposta a darli. D’altra parte anche a palazzo dei Normanni i problemi di bilancio non sono da poco. L’ultima nota di questo lungo scambio è del 25 gennaio del 2011 quando il Dipartimento regionale comunica di aver avviato il procedimento di revoca del finanziamento, perché l’Ersu non ha provveduto ad un impegno formale per il cofinanziamento richiesto.

«Abbiamo aperto una interlocuzione per recuperare il finanziamento proposto ed anche per avere il finanziamento totale previsto per il nostro progetto» dice Risitano che lamenta che il dipartimento non ha tenuto conto della nota del 2009.

Ma non è finita qui. Anche se l’Ersu trovasse i soldi, perché il consiglio decida di investire nella ristrutturazione «occorre avere la certezza che l’Università glieli dia in uso per un lungo periodo» afferma Giuseppe Pignataro in vece del direttore. In effetti la proprietà della residenza della Cittadella e del terreno su cui sorge è dell’università di Catania che li ha concessi in uso gratuito e permanente all’Ersu secondo una convenzione stipulata in data 15 novembre 1990. Con la legge n. 390 del 2 dicembre 1991, si doveva prevedere una nuova convenzione da stipulare entro sei mesi dalla sua entrata in vigore. Alla nostra richiesta di chiarimenti, l’ufficio competente, l’Area dei rapporti istituzionali e con il territorio ( Arit) dell’Università di Catania, ci scrive che però «non solo tra l’Università di Catania e l’ERSU tale convenzione non venne mai stipulata, ma i beni oggetto della convenzione del 15 novembre 1990 rimasero nella disponibilità dell’ente regionale che continuò ad utilizzarli». Ad oggi entrambe le parti affermano di lavorare per colmare questa mancanza, in ogni caso all’Ersu possono stare tranquilli perché dall’ufficio Arit fanno sapere che la residenza Cittadella così come la San Marzano, la Centro e la mensa della Cittadella, tutte parte della convenzione del ‘90 «continueranno ad essere gestiti dall’Ersu». Come e a che prezzo è ancora un mistero.

 


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