È corsa contro il tempo alla villa comunale di Adrano. Uno scultore locale, Vincenzo Valastro, è stato incaricato dall’amministrazione comunale per restaurare il busto marmoreo del docente antifascista Carmelo Salanitro. La statua, una decina di giorni addietro, è stata danneggiata da un gruppo di minorenni, i quali l’hanno colpita con due grosse pietre danneggiandola in più punti. «Si tratta di un restauro provvisorio – ha detto a MeridioNews il sindaco Angelo D’Agate – e si sta lavorando celermente per essere pronti per la cerimonia di domenica della Giornata della Memoria. A suo tempo ci sarà il restauro definitivo. Ma al di là dell’evento di domani avremmo subito provveduto alla sua sistemazione. Carmelo Salanitro rappresenta un simbolo per tutti noi e per le future generazioni». 

Lo scultore ha deciso di eseguire l’intervento gratuitamente. «ll danneggiamento del busto di Salanitro è, a mio avviso, un atto vandalico, non credo che ci sia alla base altra motivazione, come quella politica», precisa comunque il sindaco. Le indagini sono condotte dagli agenti del locale commissariato e la pista investigativa privilegiata è appunto quella di un gesto di ragazzi che poco centrerebbe con il fascismo. 

Aveva invece parlato di «Un ignobile atto di chiaro stampo fascista» la nuora del docente, Maria Salanitro Scavuzzo. Già nel gennaio del 2007, del resto, la testa del busto era stata fortemente danneggiata. Carmelo Salanitro fu condannato nel 1941 a 18 anni di carcere per le attività antifasciste che conduceva anche al liceo dove insegnava, il Cutelli. Dopo l’armistizio del’8 settembre 1943, prelevato da parte dei nazifascisti dal carcere di Sulmona, fu deportato nel lager nazista di Mauthausen dove morì poco prima della fine della guerra.

Nell’ambito delle celebrazioni per ricordare le vittime dell’Olocausto, l’amministrazione comunale di Adrano ha organizzato un altro incontro per oggi pomeriggio alle 16.30, a palazzo Bianchi. Pietro Scalisi, docente e storico, approfondirà la figura di Carmelo Salanitro. Verranno ricordati anche altri quattro adraniti deportati nei campi concentramento: Alfio Caruso, Alfio Longo, Giovanni Stissi e Ignazio Zappalà.