Gettonopoli Messina, slitta inizio processo d’appello Chiesta l’assoluzione per falso, conferma per truffa

È stato rinviato a dicembre il processo d’appello sul caso gettonopoli a Messina, l’inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dalla Procura sulle presenze lampo dei consiglieri comunali alle commissioni consiliari. Nelle udienze del 5 e del 12 dicembre la Corte d’Appello si riunirà in camera di consiglio per la sentenza. Il sostituo procuratore generale Felice Lima ha chiesto l’assoluzione per i reati di falso nei confronti di presidenti e segretari di commissione dell’epoca e la conferma per il resto. Per Nora Scuderi e Libero Gioveni, la richiesta di assoluzione prevede la formula «perché il fatto non sussiste». Stesso discorso per Piero Adamo, Nicola Cucinotta e Giovanna Crifò. I difensori dei 17 consiglieri comunali, condannati in primo grado il 3 luglio 2017, tenteranno di far ribaltare la sentenza. Tra gli avvocati spicca il nome e la presenza oggi in aula del professore Carlo Taormina che ha assunto la difesa dell’ex consigliere Santi Daniele Zuccarello.

Il 12 novembre 2015 scoppiò il caso gettonopoli al Comune di Messina. Durante i tre mesi di indagini della Digos, che ha posizionato anche delle telecamere nella sala commissione e in quella antistante, per i giudici di primo grado «si è assistito a «un’affannosa corsa contro il tempo al fine di accumulare quante più presenze possibili, mediante la semplice apposizione di firma non seguita da alcuna partecipazione, in un imbarazzante quadro di illegalità diffusa che involge il totale disprezzo delle norme e delle istituzioni». E agli avvocati che hanno difeso i consiglieri, i magistrati scrivono che «non può certo rappresentare valida sostenibile giustificazione di alcunché, testimoniando, invece, la stessa una radicata e pervicace insensibilità dei consiglieri comunali all’osservanza delle regole». 

Nelle motivazioni della sentenza si legge che «l’unico obiettivo preso di mira dai consiglieri è risultato quello di raggiungere un determinato budget di presenze, per arrivare – indipendentemente dalla produttività voluta dalla legge – a quel massimo di 39 gettoni di presenza pagati, ciascuno del valore di 56,04 euro, che avrebbero consentito a ciascun consigliere di percepire un ammontare di 2.184,82 euro netti al mese, cui andrebbero aggiunti eventuali rimborsi ai datori di lavoro per il tempo impiegato al di fuori dell’ufficio per svolgere la propria attività politica».

Queste le condanne in primo grado: 4 anni a Nino Carreri, Santi Sorrenti, Andrea Consolo, AngeloBurrascano, Pio Amedeo, Nicola Crisafi e Carmelina David; 4 anni e tre mesi per Fabrizio Sottile e Paolo David; 4 anni e 6 mesi per Carlo Abbate, Daniele Zuccarello e Benedetto Vaccarino; 4 anni e 8 mesi per Piero Adamo e Nicola Cucinotta; 4 anni e 10 mesi per Giovanna Crifò. Condannati a tre mesi Nora Scuderi e Libero Gioveni per i quali il pm aveva chiesto l’assoluzione. Per tutti interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni.


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