Il rinnovo del Consiglio direttivo salta per una manciata di preferenze, così come l'accordo in extremis per votare due ore in più, fino alle 23 di ieri. Tra un mese il quorum scenderà dal 40 al 20 per cento. L'organismo professionale è commissariato da settembre
Ordine dei medici, il quorum mancato per 58 voti Spoglio dei revisori dei conti rinviato a mercoledì
Alla chiusura delle urne, alle 21 di ieri, mancano 58 voti per raggiungere il quorum del 40 per cento, che si traduce in circa 3900 medici. L’ordine professionale catanese resterà dunque commissariato come minimo per un ulteriore mese: il secondo turno, infatti, è previsto a cavallo del ponte dell’Immacolata, probabilmente nei giorni 7, 8 e 9 di dicembre. Frattanto, gli odontoiatri, che sono più o meno un migliaio, hanno già eletto i loro rappresentanti nel prossimo consiglio direttivo: sono Giampaolo Marcone e Ezio Campagna. Gli altri dentisti «eletti» sono Vincenzo Corsaro, Andrea Mangiameli e Giovanni Barbagallo. Lo spoglio per l’elezione dei revisori dei conti, previsto per oggi pomeriggio alle 15, è stato invece rinviato a mercoledì mattina, per l’assenza contemporanea di tutti i commissari.
Nel secondo turno di elezioni il quorum per la validità del voto calerà fino al 20 per cento dei medici catanesi, poco meno di 1800 suffragi. Ieri sera, alla chiusura delle urne, non sono mancate polemiche sulle modalità di voto. A quanto pare, le due liste che tutti prevedono come più organizzate, ovvero Giannone presidente e Ordiniamoci, avevano trovato l’accordo per prorogare l’orario di voto fino alle 23, anziché alle 21, per permettere di votare ai medici che già in quel momento si trovavano in fila, oltre che per venire incontro a chi si era recato a Catania dalla provincia nonostante il maltempo. L’intenzione di fondo era chiudere l’elezione dei 17 consiglieri già al primo turno. A far saltare questo prolungamento sarebbe stata la netta contrarietà della lista Andiamo avanti. Il discorso è dunque rimandato ai primi dieci giorni di dicembre.
Il 7 settembre le dimissioni dell’ex presidente del consiglio direttivo Massimo Buscema avevano spalancato le porte al commissariamento dell’ordine, che era stato richiesto a più riprese da alcuni consiglieri dimissionari, in aperta polemica con l’endocrinologo. Buscema era stato travolto dalle polemiche interne dopo essere rimasto coinvolto in una rissa avvenuta il 6 giugno in largo Sarajevo, nella zona di via Asiago, una storia raccontata in esclusiva da MeridioNews. Poco prima delle dimissioni, il presidente uscente aveva provato a «resistere», proponendo la surroga dei consiglieri che avevano gettato la spugna con elezioni suppletive. Il commissariamento è stato avviato da ministero e federazione nazionale alla fine di settembre.