Tre giorni di fatiche per i pattinatori siciliani. Rinunciano volentieri alle vacanze per stare in pista. L'occasione è di quelle che in Sicilia non capitano spesso: per loro il comitato regionale della Federazione italiana hockey e pattinaggio ha organizzato uno stage con l'allenatore nazionale Sara Locandro
Pattinaggio artistico, feste d’allenamenti Stage con l’allenatore della nazionale
Allenamento, allenamento e allenamento. Così hanno deciso di passare buona parte delle loro vacanze invernali gli atleti del pattinaggio artistico siciliano. I migliori – quelli tra loro che sono arrivati sul podio negli ultimi campionati regionali – sono stati invitati dal Comitato regionale della Federazione italiana hockey e pattinaggio, a partecipare allo stage organizzato a Catania per questo week end. Il tecnico che li ha seguiti è Sara Locandro, allenatrice della nazionale, nonché di diversi campioni mondiali e responsabile della scuola italiana di pattinaggio artistico (Sipar). Una tre giorni di due ore di prove per ognuno dei 60 atleti convocati. Tra questi anche i piccolissimi. Bimbi di 6 anni che non hanno ancora partecipato a nessuna gara federale e che saranno tra i protagonisti della categoria giovanissimi ai prossimi campionati. Uno stimolo per gli atleti e un’occasione per la Sicilia: «Manca il confronto con le altre regioni», spiega Locandro.
Lobiettivo è chiaro: cercare di migliorare grazie ai consigli di una che davvero ne capisce e perché no, per ritrovarsi tutti insieme e avere ulteriori stimoli. «Non riusciamo a stare lontano dalla pista» è lidea comune di tutti i partecipanti. Fatica, sudore e anche tante cadute fanno parte della quotidianità dei pattinatori artistici, meno famosi dei cugini del ghiaccio, ma che comunque a livello internazionale sanno sempre tenere alto il tricolore, anche più dei cugini. «È importantissimo per i nostri atleti avere un confronto con un allenatore capace come Sara Locandro – spiega Ugo DAzzò, allenatore, consigliere e vice presidente del comitato regionale F.I.H.P. Per i piccoli, poi, lo è ancora di più. «Non hanno grandi difficoltà, ma hanno bisogno di una impostazione tecnica fondamentale».
D’Azzò è stato anche l’organizzatore dell’incontro per il quale ogni atleta ha dato un piccolo contributo di partecipazione; ma il costo dello stage è stato pressoché a carico del Comitato regionale, che ha anche provveduto al vitto e alloggio per gli atleti venuti da fuori Catania.
Tutti, comunque, hanno rinunciato alle vacanze per stare in pista, ma per loro non è un sacrificio. «A dire il vero non vediamo lora che arrivino le vacanze così abbiamo più tempo per pattinare. È troppo bello, ti da un senso di libertà e soddisfazione unici» afferma Roberta, 15 anni, che ha iniziato a pattinare quattro anni fa. Mentre lo dice gli amici-atleti che le sono accanto nellattesa del prossimo turno di prove – non fanno che annuire. Amalia, Federica, Mario, Pietro, Valeria, Carola, Jessica, Ottavia e Alice. Hanno tra gli undici e i 18 anni e sono tutti legati dalla stessa passione che coltivano di anno in anno: il pattinaggio. «Non riesco a fare a meno di pattinare e lo stage è una importante occasione. Non è il solito allenamento, ma ti da carica e stimoli in più per continuare e continuare» spiega Alice, 14 anni, che pattina complice la madre allenatrice da quando ne aveva appena quattro. Tante, tantissime le cadute, che gli atleti fanno prima di imparare una difficoltà. Chi li guarda fare salti e trottole da bordo pista pensa che siano di gomma o forse un po masochisti. Secondo i pattinatori, però, è solo una sensazione di chi si limita a guardare. «Le difficoltà tecniche sono la nostra croce e delizia, ma non ci facciamo così male come si possa pensare e poi ci siamo abituati» dice Federica, 14 anni, pattinatrice da otto. Secondo la coetanea Ottavia comunque il gioco vale la candela. «Ci vuole un po per superare le difficoltà ma, quando fai bene, è talmente tanta la soddisfazione che ti scordi di tutto il resto».
Sara Locandro, che ha vinto medaglie importanti anche allultimo campionato mondiale del Brasile con Debora Sbei (oro) e Andrea Aracu (bronzo), nella categoria senior, solo per fare qualche esempio, non è la prima volta che segue gli atleti siciliani. «Vedo che si impegnano, migliorano nel tempo, ma manca il confronto con le altre regioni. Con trofei, gare o attività promozionale con altre realtà, potrebbero migliorare molto in senso assoluto». Lavorare con costanza è il segreto per fare bene, «almeno cinque o sei volte a settimana per tre ore» spiega Sara, ma non basta per vincere, soprattutto ad alti livelli. Il pattinaggio artistico è un sport costoso, faticoso e davvero impegnativo. Quattro sono almeno gli elementi indispensabili per vincere in competizioni internazionali, secondo lallenatrice della nazionale: «Un atleta dotato di talento, un allenatore sempre aggiornato, un impianto e il sostegno della famiglia, sia economico che morale».
Il pattinaggio artistico siciliano è un po lontano dai grandi livelli di altre regioni come il Veneto o lEmilia Romagna, ma limpegno per crescere è tanto e si notano già parecchie differenze tra gli atleti siciliani di oggi e quelli di dieci anni fa. Il livello è molto cresciuto e come afferma Mario, 17 anni, pattinatore ormai da dieci anni: «Se vogliamo fare bene dobbiamo allenarci. Lo stage è lo stimolo, ma poi dobbiamo impegnarci ogni giorno». Vedremo come se la caveranno ai prossimi campionati regionali e italiani.