Un errore nell'elaborazione del computo metrico rende necessari 90mila euro per completare l'opera, ma dalla Regione non c'è stato l'ok. Adesso c'è anche il rischio di dovere restituire i soldi se il cantiere non verrà ultimato entro la fine del 2018. Guarda le foto
Paternò, cantiere bloccato finisce nel mirino dei vandali L’asilo nido fermo per la mancata copertura finanziaria
Vandali in azione all’interno dell’asilo nido di corso Marco Polo. Da settembre 2017 i lavori all’interno dell’immobile, ormai in via di completamento, sono fermi. Un fatto non imputabile alla ditta aggiudicataria dell’appalto ma che sarebbe da attribuire alla mancata copertura finanziaria, per quanto riguarda una perizia di variante, da parte del Comune di Paternò. Il blocco al cantiere ha lasciato la strada spianata ai vandali. Ignoti hanno preso a sassate le vetrate del portone d’ingresso dell’edificio ma si registrano danni anche all’interno con alcune pareti compromesse.
Da una prima stima l’ammontare dei danneggiamenti ammonterebbe a diverse migliaia di euro, anche se nei prossimi giorni dovrebbe essere effettuato un sopralluogo per avere un cifra precisa. Dietro lo stop ai lavori ci sarebbe un errore nell’elaborazione del computo metrico che ha reso necessari altri 90mila euro per completare l’infrastruttura nella sua parte interna. Il Comune aveva pensato di risolvere il problema con le somme del ribasso d’asta – l’intervento venne assegnato per 469mila euro rispetto ai 550mila euro di finanziamento – ma la Regione non ha consentito.
«Abbiamo accertato l’errore da parte del progettista – spiega a MeridioNews il vicesindaco Ezio Mannino – A questo errore tecnico bisogna aggiungere anche l’errore politico della precedente giunta che non ha previsto le somme per il completamento esterno della struttura. Oltre il danno la beffa». In sostanza, affinché venga completata anche la parte esterna il Comune dovrà recuperare altri 60mila euro. Lo spauracchio che si cela dietro il mancato completamento dell’opera, con la scadenza fissata per la fine del 2018, è che il finanziamento debba essere restituito alla Regione. «Il rischio c’è – conclude Mannino – ma stiamo lavorando per scongiurarlo».