Migranti scesi da nave Diciotti al porto di Trapani Portati in questura i due denunciati per violenza

Sono scesi dalla nave Diciotti tutti i 67 migranti. Fra loro anche i due migranti indagati a piede libero che sono stati scortati dalla polizia. Si tratta di Ibrahim Bushara, sudanese, e Hamid Ibrahim, ghanese, indagati per violenza privata in concorso continuata e aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa. Lo stesso che, domenica scorsa, ha soccorso al largo delle coste libiche i 67 migranti giunti a Trapani

Dopo un’estenuante attesa a bordo della nave della guardia costiera italiana, alle 22 è arrivato l’ok dopo un incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alle 22.30 sono iniziate le operazioni di sbarco. Prima sono scesi i bambini poi tutti gli altri migranti che, dopo aver ricevuto una prima assistenza da parte dei sanitari presenti sul molo, sono stati accompagnati all’hotspot di Milo per le operazioni di identificazione. I due giovani scesi in manette sono, invece, stati condotti in questura per essere interrogati

La nave Diciotti è rimasta nella rada del porto di Trapani per tutta la giornata oggi, in attesa di indicazioni, dopo aver ricevuto l’ordine di fermarsi e soltanto dopo le 14 ha iniziato le manovre di attracco al molo, tra le grida di «benvenuti, benvenuti» da parte degli attivisti antirazzisti presenti sulla banchina. Nell’ipotesi che i migranti dovessero trascorrere un’altra notte a bordo della nave, Save the Children aveva chiesto che si facessero scendere almeno i bambini. Intanto, vengono ridimensionate le accuse iniziali nei confronti dei due migranti denunciati: dovranno rispondere di concorso in violenza privata e non di violenza, minacce e dirottamento. Nessun arresto.

Domenica sera l’imbarcazione ha preso a bordo 67 migranti salvati nel Mediterraneo dal mercantile italiano Vos Thalassa. Secondo il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a bordo del mercantile, in un primo momento, quando l’imbarcazione si stava dirigendo verso Sud per consegnare i migranti alla guardia costiera libica, ci sarebbe stata una reazione violenta da parte di alcuni uomini. La segnalazione di «grave pericolo» sarebbe arrivata direttamente dal comandante del mercantile e avrebbe reso necessario l’intervento della nave della Guardia costiera italiana.

Per questo a bordo della Diciotti sono saliti uomini della squadra mobile di Trapani e del Servizio centrale operativo di Roma, che presenteranno un rapporto alla Procura di Trapani, diretta da Alfredo Morvillo, sulle indagini eseguite per accertare quanto sia accaduto sul mercantile Vos Thalassa. 

La polizia, stando a quanto riferisce l’Ansa, ha anche acquisito mail e testi di messaggi che si sono scambiati in quei frangenti la Vos Thalassa e la società che la gestisce e le successive informazioni fornite al comando generale della Capitaneria di porto italiana che ha disposto l’intervento della Diciotti e il trasbordo dei migranti sulla nave della guardia costiera. Indagini sono in corso anche per identificare eventuali scafisti dell’imbarcazione sulla quale si trovavano i 67 migranti soccorsi la sera del 9 luglio dal mercantile Vos Thalassa. 

Sul molo Ronciglio di Trapani, è stato organizzato un presidio antirazzista promosso da varie associazioni, da Libera alla Cgil. «Noi siamo qui da questa mattina – ha detto Anna Zinnanti, del Comitato Antorazzista Cobas – per osservare queste operazioni di sbarco. Queste persone sono in balia di interessi più grandi di loro che li trovano incomprensibili. Scappano dai lager libici, pensando di mettersi in salvo e invece su queste persone si sta facendo un gioco sporco». Da Innsbruck (in Austria) il ministro Matteo Salvini, che non ha dato indicazioni su quanto tempo i migranti rimarranno a bordo, aveva detto che «in procura c’è un dibattito, io non ho nessuna fretta di farli sbarcare. Servirà tutto il tempo necessario – sottolinea – chi deve decidere ha il tempo per decidere, ha tutti gli elementi per farlo. In procura stanno lavorando, attendiamo gli esiti, io non faccio il giudice o il poliziotto, non ho interrogato nessuno, faccio il ministro e cerco di far rispettare l’ordine pubblico. Se ci sono violenti vanno in galera e non in albergo se non ci sono violenti, perché qualcuno ha mentito, questo qualcuno ne pagherà le conseguenze».


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