Un centinaio di carabinieri stanno portando a termine un'operazione coordinata dalla procura locale guidata da Giuseppe Verzera. Il gruppo finito nel mirino degli investigatori avrebbe gestito un volume d'affari ingente grazie alla vendita al dettaglio di cocaina e marijuana. Nomi e foto. Guarda il video
Spaccio di droga e furti, blitz a Grammichele Presi vertici e gregari del gruppo malavitoso
Oltre cento carabinieri del comando provinciale di Catania, con il supporto di unità specializzate, stanno eseguendo in provincia di Catania e in altre località italiane un provvedimento restrittivo emesso dal giudice per le indagini preliminari di Caltagirone, su richiesta della procura locale. Nel mirino 16 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di una serie di furti aggravati ai danni di attività commerciali e abitazioni.
Le indagini, partite dopo una forte recrudescenza di fenomeni delittuosi nel territorio di Caltagirone, hanno consentito di ricostruire l’organigramma di un sodalizio malavitoso e di individuarne i capi e gregari. Gli investigatori hanno documentato l’ingente volume di affari illegali e il sistema di gestione dell’attività di spaccio di cocaina e marijuana.
Da quanto risulta a MeridioNews, l’indagine dei carabinieri è scattata nel settembre 2015, in una fase in cui il numero di delitti violenti commessi nel Comune di Grammichele era aumentato vertiginosamente, e con esso la preoccupazione dei cittadini: spaccio di droga, ma anche furti con spaccata e rapine. I militari hanno concentrato il loro focus su un gruppo di giovanissimi, a quanto pare «figli d’arte» cresciuti in ambienti familiari borderline quando non criminali.
Si inquadrano in questa cornice i cinque fermi, per porto e detenzione illegale di armi, furto aggravato e ricettazione avvenuti il 12 maggio 2016: quel giorno finirono in carcere Gaetano Gullè, di 22 anni, Andrea Armeli Moccia, di 29, Nicolò Felice, 19enne, e Carmelo Buonanotte, di 34 anni. J. M, 17enne, finì invece in un centro di accoglienza catanese. Il quintetto stava preparando un omicidio: avevano già rubato la moto che avrebbero usato per effettuarlo, erano in attesa dell’arma che avrebbe sparato, a quanto pare un mitra. Ma i carabinieri arrivarono prima.
Chi era il destinatario di quelle pallottole? Non è ancora chiaro, ma l’ipotesi è che l’omicidio fosse da leggere nell’ottica di una aspirazione egemonica nell’ambiente criminale, in particolare in quello degli stupefacenti. Oggi, in conferenza stampa, magistrati e forze dell’ordine di Caltagirone hanno spiegato inoltre che i 16 indagati, residenti – oltre che nel Comune calatino – anche a Grammichele, Vizzini e Milano, si sarebbero resi responsabili di alcuni episodi da «leggere insieme» al tentato omicidio del 2016. Al di là di un buon numero di verifiche che riguardano le attività di spaccio di droga, gli arrestati – in alcuni frangenti a piccoli gruppi – sarebbero gli autori di una rapina a un anziano nell’agro di Licodia Eubea, di un furto di materiale edile in una abitazione a Grammichele e di una seconda rapina (pluriaggravata) a una coppia di coniugi grammichelesi.
I sei uomini che vanno in carcere sono Emanuel Di Stefano, Gaetano Gullè, Giuseppe La Rocca, Giuseppe Manusia, Gesualdo Montemagno e Salvatore Ventura. Arresti domiciliari, invece, per Andrea Armeli Moccia, Nicolò Felice, Tonino La Rocca, Massimo Manenti, Salvatore Meli, Annalisa Messina, Carmelo Messina, Giovanni Franco Persico, Raffaele Renna e Sebastiano Ivan Zuccarello.