In via Filocomo gli attivisti pentastellati parlano chiaramente di «cappotto». Il trionfo dei grillini in tutta la Sicilia è certo anche nel capoluogo etneo. In via Gabriele D'Annunzio, in due comitati il morale è sotto i tacchi: quello di Raffaele Stancanelli e quello del duo Luca Sammartino e Valeria Sudano
Politiche, festa del Movimento 5 stelle a Catania Delusione e silenzi da Stancanelli e Sammartino
La parola più utilizzata nella sede del Movimento 5 stelle di via Filocomo, a Catania, è «cappotto». Perché il trionfo dei grillini in tutta la Sicilia è certo anche nel capoluogo etneo. «In alcune sezioni abbiamo doppiato il centrodestra», dicono gli attivisti riuniti, fino a tarda notte, nella piccola sede pentastellata. All’ombra dell’Etna lo spartito replica quello del resto dell’Isola: il Partito democratico si è accartocciato su se stesso e neanche gli attesi campioni di preferenze, Luca Sammartino e Valeria Sudano, sono riusciti a capovolgere una sconfitta pesantissima sul piano nazionale. E che sul locale è una disfatta totale. I candidati Mario Giarrusso, Nunzia Catalfo e Laura Paxia sono attaccati ai loro smartphone.
Da Siracusa arrivano gli auguri in vivavoce, subito dopo parte l’applauso quando arriva il responso da Ficarazzi, frazione di Aci Castello. Insieme ai candidati ci sono decine di attivisti. Un tavolo è stato adibito a punto ristoro: cornetti, involtini al cioccolato, birre. L’entusiasmo è palpabile, ma nonostante tutto continua a predicarsi pazienza. «Per ora, a livello nazionale, non siamo sui numeri per governare ma sono fiducioso», dice il senatore uscente Mario Giarrusso. Altre dichiarazioni arriveranno più avanti, a spoglio ultimato e numeri certificati.
Dalla festa a suon di cornetti dei pentastellati al silenzio nel comitato elettorale di Raffaele Stancanelli, in via Gabriele D’Annunzio. Alle tre del mattino non parla nessuno, il morale è sotto i tacchi. «Appena sopra», dice qualcuno con lo stesso sorriso fra l’ironico e lo spiazzato del candidato al Senato, circondato dai fedelissimi mentre attende qualche risultato un po’ più certo. Di numeri ne arrivano pochissimi, e così c’è chi invita alla cautela. L’ex primo cittadino, in collegamento con la trasmissione Matrix di Canale 5, aveva detto soltanto che l’«exploit dei cinquestelle era prevedibile», quando ancora le sezioni scrutinate erano venti su oltre seicento.
Il fu sindaco di Catania era candidato al collegio uninominale della città al Senato, con l’obiettivo di volare verso quella Roma a cui aveva rinunciato ai tempi del suo mandato a Palazzo degli elefanti. Neanche stavolta, però, i catanesi lo hanno premiato e gli hanno preferito Nunzia Catalfo, senatrice uscente. Lui, però, potrebbe salvarsi in calcio d’angolo grazie alla ripartizione dei seggi al proporzionale. La lista di Fratelli d’Italia, di cui Stancanelli è capolista per la Sicilia orientale al Senato, pare abbia superato il tre per cento e dovrebbe eleggere parlamentari anche sull’Isola. Ma questo non basta a placare la delusione. «C’è un malcontento che forse i partiti non hanno saputo interpretare, logico che poi la gente si orienta sul voto di protesta – abbozza Stancanelli, mentre accanto a lui c’è l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza – Cosa che invece alle Regionali eravamo riusciti a fare».
Poco distante da lì, sempre in via Gabriele D’Annunzio, c’è il comitato del duo Sammartino-Sudano. Sono lontani i tempi dei trenini per le 32mila preferenze che hanno mandato all’Ars, con un biglietto di prima classe, il nuovo reuccio del Pd. Le porte sono chiuse e, nonostante le luci accese e le voci che si sentono da fuori, citofonando non risponde nessuno. Tra i bisbigli si coglie qualche ragionamento sui numeri, ma il clima è teso e pesa – tanto – la pesante sconfitta subita al collegio di Misterbianco, dove la pentastellata Simona Suriano ha stravinto. «Questa sera abbiamo scritto la storia», diceva Sammartino a novembre. Ma su questa nuova pagina non ci sono commenti.