Succede in via Santa Maria della Catena, all'interno di un locale gestito dal consigliere di municipalità Mario Tomasello. Dentro e fuori, i manifesti della candidata Valeria Sudano. Abbiamo finto di avere bisogno di informazioni e poco dopo è scattata la richiesta: «Ora puoi votare Senato e Camera, me a giugno». Guarda il video
Patronato, disbrigo pratiche e richieste elettorali Per il bonus bebè un impegno fino alle Comunali
«Sono incinta di due mesi, volevo informazioni sulle pratiche per il bonus bebè». Dopo una segnalazione arrivata in redazione,
MeridioNews è andato nel Caf di via Santa Maria della Catena, riferimento del vicepresidente della prima municipalità Mario Tomasello. Lungo la strada che porta in via Plebiscito, quasi all’incrocio con via Medaglie d’oro, l’impegno politico di Tomasello è chiaro fin dall’ingresso: sotto all’insegna del patronato Mcl (Movimento cristiano lavoratori) c’è il manifesto della ex deputata regionale e adesso candidata al Senato nel collegio di Catania con il Partito democratico Valeria Sudano. Esponente ex Articolo 4, protagonista – assieme al compagno d’avventura Luca Sammartino, candidato alla Camera al collegio uninominale di Misterbianco – della scalata ai vertici dei dem. Un sogno diventato plebiscito bulgaro con le 32mila preferenze ottenute da Sammartino alle scorse elezioni regionali e confermato oggi, quando il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – paracadutato a Catania per le Politiche 2018 – sarà con lui nell’auditorium comunale misterbianchese. «Devi mettere soltanto Pd – ci dice Tomasello all’interno del patronato – Nomi non ne devi mettere. Tutt’e due (spiega riferendosi proprio a Sammartino e Sudano, ndr) sono sia Camera che Senato».
Tomasello torna così agli onori della cronaca. Ci era finito, sempre per via di un approfondimento esclusivo di questa testata,
quando era stato sottoposto agli arresti domiciliari nel novembre 2016, coinvolto in una presunta maxi truffa alle compagnie assicurative insieme a una persona identificata dai carabinieri come il socio del consigliere. Circa 60 incidenti «sospetti» con richieste di risarcimento danni per una cifra superiore a 500mila euro. Pochi giorni prima il suo nome veniva messo nero su bianco in un dossier analizzato dalla commissione nazionale antimafia, grazie all’allora prefetta Maria Guia Federico. Citato in maniera indiretta per i guai giudiziari del fratello defunto Massimo Carmelo, detto Poiatti. Più volte coinvolto in inchieste di mafia perché ritenuto vicino al clan Mazzei di Catania.
Durante i giorni scorsi, nel patronato della prima circoscrizione, il via vai di gente è continuo. Il vicepresidente della municipalità arriva e si affianca alla moglie, che gestisce i turni d’ingresso. È lei a chiamarci quando, dopo avere ottenuto le informazioni sull’Isee che avevamo chiesto, stiamo per uscire. «Signora, scusi», dice. Dopo essersi accertata della nostra richiesta, domanda: «Quando ti rivedo?». «Penso presto». «Ti devo chiedere una cortesia», comincia. Poco dopo aggiunge la spiegazione: lei e il marito – Tomasello, appunto – gestiscono il patronato. E lui si candiderà alle
amministrative del Comune di Catania. Non è chiaro se di nuovo come referente di quartiere o se punta a uno scranno di Palazzo degli elefanti. In mezzo, però, ci sono le elezioni politiche del 4 marzo. «Se glielo vuoi dare al Pd (il voto, ndr) mi faresti una cortesia. Va bene, gioia?». Alla richiesta di ulteriori spiegazioni, la donna chiama il marito: «Mario, dalle la carta del Pd. La signorina è nuova, deve fare l’Isee. Aspetta che ti scrivo». Il «ti scrivo» si riferisce a un quaderno all’interno del quale vengono appuntati i nostri nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. In fondo a una pagina già piena di altri dati.
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Poi noi ti diremo tutto, non appena tu vieni a farti l’Isee – continua la moglie di Tomasello – Mi raccomando». Il vero interesse, però, non è concentrato sulle elezioni politiche, bensì sulle future amministrative del capoluogo etneo. «Quella è più importante – afferma il consigliere di circoscrizione, eletto tra le file dell’ormai defunto Articolo 4 – Perché noi siamo qua nel quartiere, nella zona di Catania». «Non è possibile che fatti come questi accadano all’interno di un nostro Caf – replica a MeridioNews Antonio Inchingoli, presidente del consiglio di amministrazione della società Caf Movimento cristiano lavoratori – Dov’è che si fa campagna elettorale?». Tra le sedi di Caf Mcl, secondo il sito internet dell’impresa, figura anche quella di via Santa Maria della Catena. Raggiunto telefonicamente mentre si trova a Roma, Inchingoli spiega: «Non abbiamo dato direttive su questioni politiche perché non si è mai posto il problema. Noi non siamo a conoscenza del fatto che a Catania accada quello che descrivete». E se il patronato, di per sé, è un luogo privato, a livello etico la regola del Caf Mcl è «che non possiamo influenzare l’utenza su questioni in cui possa insorgere il dubbio del conflitto d’interessi». Dopo avere richiesto ulteriori dettagli e avere fatto delle verifiche, Antonio Inchingoli aggiunge: «Tomasello non è un nostro dipendente incaricato. Ho fatto sapere che se ci sono insegne di partito devono essere rimosse e non si devono mettere nel futuro. Manderò un mio delegato a controllare».