Il deputato, che alle Politiche è candidato con il Pd, ha depositato un disegno di legge per allungare il periodo di sindacatura dei primi cittadini dei piccoli centri. La proposta, identica a quella presentata una settimana da Luigi Genovese,è già stata bocciata in prima commissione. «Escludo venga ridiscussa», commenta il dem Lupo
Terzo mandato dei sindaci, Sicilia Futura ci riprova Con lo stesso ddl di FI. D’Agostino: «Lo dico da anni»
Alle Politiche con il centrosinistra, all’Ars all’opposizione, ma fino a un certo punto. Dopo il caso dell’appoggio fondamentale per l’elezione di Gianfranco Miccichè a presidente di sala d’Ercole, fa discutere la scelta di Sicilia Futura di riproporre il disegno di legge – depositato martedì dai deputati Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo – sui tre mandati consecutivi per i sindaci dei centri con meno di tremila abitanti. A occuparsi della questione è stato di recente Forza Italia con un ddl a firma di Luigi Genovese che è stato bocciato dalla commissione Affari istituzionali il 13 febbraio. Un risultato che ha evidenziato come, numeri alla mano, all’interno della prima commissione il centrodestra sia in minoranza.
A margine del voto, tutte le forze contrarie – Movimento 5 stelle, Partito democratico, e il deputato Udc Vincenzo Figuccia, parecchio critico con la maggioranza dopo essersi dimesso dal ruolo di assessore ai Rifiuti – avevano criticato la tempistica con cui Forza Italia aveva presentato il ddl, alludendo alla prossima tornata di Amministrative, e alla possibilità che la norma potesse essere stata pensata ad hoc per andare incontro alle richieste di qualche sindaco vicino al centrodestra. La questione pareva archiviata, fino al momento in cui Sicilia Futura ha deciso di rimettere sul tavolo la stessa proposta. Nel vero senso del termine: messi a confronto, infatti, i due testi coincidono. E a essere pressoché uguali sono anche le relazioni presentate a corredo dei ddl. «Onorevoli colleghi – si legge – il presente disegno di legge è diretto a modificare la legge regionale n. 7/1992, dopo le modifiche introdotte con la legge regionale n. 7/2012, articolo 3, nella parte in cui disciplina i casi di ricandidatura al terzo mandato del sindaco nei comuni con popolazione sino a 3.000 abitanti. L’art. 1, comma 138, della legge n. 56/2014 – continua il documento – sancisce la suddetta norma e quindi è nostro compito recepire anche per i piccoli comuni siciliani la possibilità del terzo mandato».
«Il terzo mandato è una cosa di Forza Italia?». Risponde così D’Agostino, quando gli si chiede se la decisione di ripresentare il ddl nasca dalla volontà di supportare l’istanza forzista. Il deputato di Sicilia Futura, che alle Politiche sarà candidato nel collegio uninominale alla Camera di Acireale con il pieno sostegno del Partito democratico, aggiunge: «È una cosa che propongo da anni e in verità la vorrei anche per i comuni superiori ai tremila abitanti». La sensazione però è che in ogni caso, a meno di sorprese, l’iniziativa di Sicilia Futura potrebbe avere vita molto breve. «La prassi vuole che un disegno di legge già discusso e votato non torni in commissione – commenta Luigi Genovese che, oltre a essere firmatario del primo ddl è anche vicepresidente della commissione Affari istituzionali -. Non sapevo di questa volontà di Sicilia Futura. È identico al mio? La cosa mi fa piacere perché è un tema a cui tengo». A escludere la possibilità che il testo venga incardinato è anche il dem Giuseppe Lupo, che già una settimana fa aveva sostenuto che la bocciatura sanciva la sfaldatura della coalizione che sostiene il governo Musumeci. «Dubito che faremo un lavoro doppio, perché escludo che la commissione si riunirà per trattare lo stesso argomento», chiosa.
Tuttavia c’è chi, a dispetto delle evidenze, ritiene che i due disegni di legge non siano coincidenti. È Edy Tamajo, l’altro firmatario. «Non sono uguali – assicura il deputato al telefono -. È un testo che abbiamo studiato e che il nostro ufficio legislativo ha preparato».