Scala dei Turchi, crollano massi sulla spiaggia Chiusa al pubblico. «Va messa in sicurezza»

Chiuso il passaggio che dà accesso alla Scala dei Turchi. È quanto ha stabilito il sindaco di Realmonte, Calogero Zicari, che sabato ha emesso un’ordinanza di interdizione dell’area, dopo che alcuni massi di calcarenite si sono staccati dalla parte alta del costone precipitando nella spiaggia. La decisione è scaturita da un sopralluogo effettuato col personale dell’ufficio tecnico comunale, i vigli urbani e la protezione civile. «A cadere sono stati circa quattro blocchi – spiega a MeridioNews il primo cittadino – siamo intervenuti in via precauzionale apponendo delle transenne per impedire il passaggio delle persone».

La zona interessata dalla frana è l’unica che conduce alla scogliera, candidata a patrimonio dell’Unesco, che adesso è raggiungibile solo via mare. «Ci siamo immediatamente preoccupati di metterla in sicurezza, adesso siamo al lavoro per studiare il fenomeno e capire come intervenire in modo da scongiurare altri eventi simili – sottolinea Zicari – la causa dipende sicuramente da un fattore naturale». Ne è sicura anche l’associazione Mareamico, secondo la quale «l’acqua piovana, nel tentativo di farsi strada, ha causato questo crollo».

Fortunatamente al momento della frana nessuno si trovava sul posto. Cittadini e turisti, comunque, potranno ammirare la Scala dei Turchi da una distanza di oltre trenta metri, mentre il sindaco assicura che il tratto di spiaggia interessato tornerà fruibile in tempi relativamente brevi, si spera entro la stagione primaverile.

Resta da capire se l’area interessata dallo smottamento sia privata o comunale, e se dunque rientra nell’annoso contenzioso tra l’ente e il proprietario della famosa collina di marna bianca, che aveva portato tempo fa anche alla comparsa di alcuni cartelli con scritto «proprietà privata». Secondo Claudio Lombardo, di Mareamico, «il Comune da quest’anno ha tentato una sorta di gestione, sciupando soldi pubblici senza ricavarne alcuna entrata e senza riuscire a custodirlo efficacemente». L’ambientalista sostiene che quello di sabato non è il primo crollo verificatosi in quella zona. «Da tempo chiediamo controlli, monitoraggio, messa in sicurezza e vigilanza continua – afferma in una nota, in cui si allegano alcune foto – la dimostrazione della mancata vigilanza sta in queste immagini che ritraggono il passaggio delle moto sulla marna, con le relative sgommate nere».


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