La contraddizione del fico d’india

U fruttu spinusu, così chiamato in dialetto il fico d’india, è diventato nei secoli non solo il simbolo della Sicilia, ma anche di antiche tradizioni culinarie definite luccumie (dolci). Oggi è anche oggetto di studi scientifici per le sue proprietà terapeutiche.

 

Alcune sostanze contenute nella mucillagine delle cladodi, comunemente dette pale, della pianta Opuntia ficus-indica possiedono un potente effetto cicatrizzante sulle ferite della pelle. Lo studio è stato condotto dal gruppo di ricerca del prof. Francesco Paolo Bonina del dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Catania e pubblicato qualche tempo fa su Phitomedicine, rivista internazionale di fitoterapia, pratica terapeutica che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie e il mantenimento del benessere.

 

Le cladodi dell’Opunzia ficus sono infatti note nella medicina popolare per il loro effetto antiulcera, cicatrizzante e antinfiammatorio. Il segreto è racchiuso in alcune sostanze chiamate polisaccaridi, molecole costituite da lunghe catene di zuccheri.

 

I ricercatori hanno isolato, dalla mucillagine delle pale, due tipi di polisaccaridi con diverso peso molecolare, uno più alto ed uno più basso. Gli studiosi hanno notato che l’applicazione, per sei giorni, di queste sostanze sulle ferite della pelle determinava, nei topi, la cicatrizzazione e il riparo della cute danneggiata. In particolare i polisaccaridi a più basso peso molecolare erano quelli che avevano un effetto migliore; questo probabilmente perché  hanno diverse caratteristiche chimico-fisiche in grado di promuovere velocemente la riepitelizzazione (crescita delle cellule che costituiscono la pelle) del tessuto danneggiato.

 

«Alcune aziende hanno raccolto i risultati ottenuti dalle nostre ricerche ed hanno già messo in commercio alcuni prodotti formulati sia in crema per applicazione topica che in sospensione per uso orale», afferma Carmelo Puglia, ricercatore presso il dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Catania. «Inoltre – continua – stiamo anche studiando l’effetto antiulcera e gastroprottetivo di queste sostanze; abbiamo già ottenuto dei buoni risultati, ma sono necessari ulteriori studi».

 

Non è solo la pala del fico d’india ad avere effetti benefici, anche il frutto possiede sostanze utili al mantenimento dello stato di salute dell’organismo. È ricco di zuccheri biodisponibili, cioè facilmente assimilabili, quali glucosio, fruttosio e saccarosio, e possiede sostanze indispensabili all’organismo come amminoacidi (acido glutammico e aspartico), fosforo, calcio e vitamine, fra le quali la C. Inoltre, contiene anche degli elementi in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare.

Insomma, il fico d’india rappresenta quello che gli americani chiamano “the healthy food”, ovvero il cibo della salute.


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