Il gip Giulio Fanales ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Paolo Storari. Pilotando gli affidamenti, il clan catanese avrebbe ottenuto grosse somme di denaro da reimpiegare in Sicilia come aiuti economici per le famiglie degli affiliati detenuti
Mafia, infiltrazioni dei Laudani negli appalti Lidl A Milano tredici persone a processo immediato
È scattato il processo con rito immediato per i presunti capi dell’associazione per delinquere che avrebbe avuto legami con la cosca mafiosa dei Laudani. C’erano, fra gli altri, anche alcuni imprenditori – anche loro a giudizio – tra gli arrestati dello scorso maggio. L’inchiesta è quella della Direzione distrettuale antimafia milanese sulle presunte infiltrazioni, direttamente guidate dalla cupola catanese, negli appalti della catena di supermercati Lidl in Italia e nel gruppo Securpolice che si occupa, tra l’altro, di vigilanza anche per lo stesso Tribunale di Milano.
Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, il gip Giulio Fanales ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Paolo Storari per 13 persone, tra cui Luigi Alecci, Emanuele Micelotta e Giacomo Politi, ritenuti promotori dell’organizzazione; i fratelli Nicola e Alessandro Fazio, ex titolari del consorzio di società che si occupa anche di security, ritenuti «partecipi» al gruppo; Salvatore Orazio Di Mauro, ritenuto esponente di spicco della cosca dei Laudani, Simone Suriano, ex dipendente della catena di supermercati tedesca, ed anche Orazio Elia e Domenico Palmieri, ex dipendenti il primo della Regione Lombardia e l’altro dell’ex provincia di Milano.
Per tutti loro il dibattimento si aprirà il prossimo 14 novembre davanti alla settima sezione penale del tribunale. I pm intanto hanno notificato anche l’avviso di chiusura indagini, in vista della richiesta di processo, per 15 persone tra cui Giovanna Afrone, all’epoca responsabile del Servizio gestione contratti trasversali del Comune di Milano – ad oggi sospesa – e per dieci società’ tra cui lo stesso gruppo Securpolice.