Alle voci e alle anticipazioni di stampa, arriva da Lingue una risposta ferma: «La Facoltà ha il diritto di esistere, senza con ciò ledere i diritti di altre sedi. Chiuderla sarebbe un grave danno per una vasta comunità»
Il documento della Facoltà catanese
In relazione alle voci apparse su organi di stampa e accreditate da dichiarazioni di figure istituzionali circa il riordino generale degli studi in Sicilia e, più specificatamente, riguardo a ipotesi di accordi settoriali, la Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università di Catania, la quale non è mai stata sentita in proposito pur essendo pesantemente coinvolta in questi progetti, nel sollecitare un ampio dibattito, precisa quanto segue.
1) Il tema di una riorganizzazione generale degli studi in Sicilia (IV polo, università metropolitana, università a rete, ecc.), vista la grave condizione, è indubbiamente di scottante attualità. Ma appunto per questo sarebbe necessario coinvolgere tutto il mondo universitario siciliano, attraverso un serrato confronto. A tal proposito la convocazione di Stati Generali delle singole università, modello di confronto partecipato intrapreso da altre istituzioni, potrebbe costituire la modalità attraverso cui fare uscire un tale progetto dal chiuso degli attuali ambiti, per sottoporlo al vaglio e alla condivisione degli addetti ai lavori.
2) Si fa notare che, nel momento in cui si utilizzano espressioni come “misure per il potenziamento del sistema universitario siciliano”, in atto non si comprende in che cosa consista realmente tale potenziamento.
3) La Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università di Catania ritiene che un potenziamento degli studi universitari in Sicilia debba contenere al centro la risoluzione di alcuni fondamentali nodi:
a) una equilibrata offerta formativa che dia risposte esaurienti alle questioni poste dal territorio, dalle professioni, dalle istanze degli studenti e della società;
b) una riorganizzazione della ricerca scientifica attraverso funzionanti e attrezzate strutture a ciò deputate;
c) un incremento delle risorse in dotazione alle singole Università, oggi assolutamente insufficienti. E ciò al fine di evitare un serio rischio di declino degli attuali standard formativi.
d) Un quadro sicuro circa gli scorrimenti di carriera e il reclutamento per i nostri giovani studiosi.
e) L’imprescindibile superamento del precariato del personale tecnico-amministrativo assai diffuso presso le tre università siciliane.
f) Una linea di coerenza, che al momento non sembra esservi, tra il progetto di riordino del sistema universitario siciliano e quello oggi in discussione in un ramo del Parlamento, che qualora approvato sarà decisivo nel cambiare volto alla governance del sistema Università.
In relazione poi alla questione specifica della Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’università di Catania si afferma quanto segue:
1) Questa Facoltà ha il diritto di esistere, semplicemente in quanto tale, entro l’Università di Catania, senza con ciò ledere il diritto di altre sedi ad istituire una Facoltà di Lingue. Vorremmo ricordare che la Facoltà di Lingue è un’istituzione consolidata (8.000 circa gli studenti), per tradizione ed autorevolezza del proprio impegno, entro il sistema universitario catanese. Essa ha laureato intere generazioni di studenti, oggi in gran parte assorbiti dal mondo del lavoro come insegnanti di scuola di ogni ordine e grado e in altri settori della società civile, e svolge, con costanza e rigore, le sue finalità culturali e didattiche, intercettando una vasta domanda del territorio e della moderna società. Essa per Catania è un’istituzione di cui non si può assolutamente fare a meno. Per questi motivi la sua abolizione costituirebbe un grave danno apportato ad una vasta comunità .
2) La Facoltà di lingue è stata tra quelle più tempestive nell’ottemperare a quanto richiesto dalla nuova normativa (L. 270) in termini di requisiti minimi. E ciò, nonostante le perplessità e le sostanziali riserve su una legge, che tra l’altro introduce, va ricordato, il numero chiuso. Un lavoro faticoso è stato compiuto per ridisegnare la nostra offerta formativa. Per questa ragione, si chiede con forza che questo lavoro, autorizzato dagli organi istituzionali, non venga vanificato da accordi dell’ultimo momento.
Data la decadenza della convenzione con la struttura decentrata, maturata con delibera del S.A. dopo ripetute inadempienze, si chiede il rientro da Ragusa del personale docente, al momento privo delle tutele normative garantite dalla convenzione, ricordando, peraltro, che, in più occasioni, il M. R. ha rassicurato in tal senso i docenti interessati.
Inoltre, la Facoltà, nella sua interezza e nelle sue sedi istituzionali, chiede di essere informata preventivamente e tempestivamente circa i processi e i cambiamenti messi in atto e che la riguardano.
Essa dichiara, come sempre, la propria disponibilità a un sereno confronto, impegnandosi a non far mancare un fattivo contributo di idee, proposte e soluzioni sulla riorganizzazione degli studi, nell’interesse complessivo di quanti studiano e lavorano nell’Università di Catania.
Invita, pertanto, il M. R. alla prossima seduta del C. di F., per un proficuo dibattito sui temi segnalati.