Il dirigente abruzzese, presentato oggi al Barbera, ha affrontato il tema relativo al mercato e ha tracciato l'identikit dei giocatori sui quali la società focalizzerà l'attenzione in sede di campagna acquisti: «Punteremo su elementi motivati e non troppo avanti con l'età». In uscita sia Gazzi che Diamanti
Il ds Lupo blinda i pezzi pregiati rosanero «Rispoli e Nestorovski sono incedibili»
A Palermo, da giocatore, si è tolto già una soddisfazione segnando un gol con la maglia dell’Ancona nella gara terminata 1-1 nel campionato di serie B 1991/92. A distanza di venticinque anni, in qualità di direttore sportivo rosanero, Fabio Lupo al Barbera (allora si chiamava stadio La Favorita) vuole lasciare un’altra volta il segno ma anche una traccia significativa in ottica futura sapendo di avere in questo caso una grossa responsabilità: allestire una squadra competitiva e in grado di tornare subito nella massima serie. «Per me è un grandissimo onore essere a Palermo, una piazza prestigiosa e una città con tanta storia e tradizione – ha esordito il dirigente abruzzese classe 1964 in occasione della presentazione avvenuta oggi al Barbera – conta innanzitutto fare bene e cioè riportare il Palermo nella condizione e nella posizione che merita nel calcio nazionale. Tornare in serie A è l’obiettivo che abbiamo tutti. L’obiettivo di chi c’era, di chi c’è adesso e di chi verrà».
E a proposito di chi verrà, in relazione al potenziamento dell’organico, Lupo traccia l’identikit dei giocatori sui quali la dirigenza del club di viale del Fante focalizzerà l’attenzione in sede di campagna acquisti: «Fare nomi è prematuro (nelle ultime ore sono stati accostati al Palermo Claiton e Masi, difensori rispettivamente del Crotone e della Ternana, ndr) ma posso dire che, se dovessimo spendere un euro in più, e un euro in più da spendere c’è, lo faremmo per prendere soprattutto giovani piuttosto che per il contratto di un giocatore che pur avendo un buon pedigree è un po’ più avanti con l’età. La fascia che monitoreremo, salvo sorprese, fa riferimento a giocatori di 23-24 o 25 anni. Profili che hanno tanto da dare e da chiedere a se stessi e che sono molto motivati così come lo siamo noi. Detto questo, ringiovanimento dell’organico non significa che punteremo solo su ragazzi diciottenni. Ringiovanimento è un termine più ampio che comprende anche altri aspetti come ad esempio quello motivazionale, un fattore che sarà per noi molto importante».
E di motivazioni, al di là degli sviluppi imprevedibili del mercato, ne hanno tante sulla carta anche i big dell’organico attuale: Rispoli, Nestorovski e Goldaniga: «Sono giocatori imprescindibili, elementi che pur avendo mercato per noi sono incedibili – ha sottolineato Lupo – per quanto concerne Rispoli, quello relativo all’eventuale prolungamento del suo contratto (in scadenza nel 2019, ndr) è un argomento che ancora non abbiamo analizzato nel dettaglio ma che certamente andrà affrontato. Posavec? La stagione è stata complicata per tutti. Posavec, così come altri giocatori, non merita una bocciatura netta. Va tutelato anche attraverso la costruzione di un pacchetto-portieri affidabile e in grado di ovviare alle eventuali debolezze o difficoltà del singolo». In uscita, invece, il centrocampista Gazzi: «È un discorso valido un po’ anche per Diamanti. Le sue qualità non si discutono ma ho parlato con il suo agente e abbiamo individuato delle possibilità diverse rispetto ad una sua permanenza».
La storia recente insegna che allenatori e direttori sportivi a Palermo hanno «vita breve» ma Lupo, che intanto ha ufficializzato le new-entry Gianni Francavilla come segretario generale al posto di Felicori e Vincenzo Todaro come team manager e che per il post-Baccin spingerà per una promozione di Sandro Porchia da coordinatore tecnico a responsabile del settore giovanile, non si pone il problema: «Sono solo di passaggio? È qualcosa a cui non penso perché la mia mente è totalmente assorbita dalla voglia di operare bene in un contesto importante come questo. Nella mia carriera di direttore sportivo, sia in serie A (all’alba dell’era Cairo al Torino, ndr) sia in Lega Pro ho sempre lavorato alle dipendenze di una società pensando che sarei rimasto in quella società per sempre e che avrei costruito un percorso all’insegna della continuità».