I comitati No Muos e Stop Veleni si sono dati appuntamento all'ingresso del pontile Nato per denunciare la mancanza di «uno strumento di pianificazione, accessibile ai cittadini, per far fronte a un'eventuale emergenza radiologica». Una carenza che la stessa Prefettura ha dovuto ammettere
G7, attivisti in presidio a Priolo contro rischio nucleare «Sottomarini ad Augusta, manca piano emergenza»
Mentre a Taormina scattano i divieti più rigidi in vista del G7 di venerdì e sabato prossimi, a Priolo il comitato Stop Veleni e i comitati No Muos si riuniscono in presidio per dire no al transito e alla sosta di navi e sottomarini nucleari nel porto di Augusta e in tutti gli altri porti a rischio atomico d’Italia.
Ieri pomeriggio gli attivisti si sono dati appuntamento all’ingresso del pontile Nato per sollevare l’attenzione su un aspetto sottovalutato a contorno del summit tra i capi di Stato: l’assenza di un piano di emergenza esterna per il rischio nucleare.
Durante l’ultima esercitazione militare della Nato tra Augusta e Catania, la Nato Dynamic Manta, i No Muos hanno denunciato «la presenza di sottomarini atomici nella rada di Augusta» e hanno denunciato «l’assenza di un piano di emergenza esterno elaborato dal prefetto, che sia aggiornato e accessibile al pubblico, così come previsto dalla legge».
Recentemente la Prefettura di Siracusa ha risposto ufficialmente alla sollecitazione dei comitati. «Ha fatto sapere – sottolineano gli attivisti – che il piano di emergenza esterna per il rischio nucleare “è in corso di definizione”. Questo significa che, al momento, non esiste alcuno strumento di pianificazione, accessibile ai cittadini, per far fronte a un’eventuale emergenza radiologica».
Da qui la richiesta in vista del G7. «Ci sembra un motivo più che valido per chiedere alle autorità marittime competenti di vietare, da subito, l’ingresso dei sottomarini nucleari nella rada di Augusta: tutti i sindaci e i consigli comunali del comprensorio – a cominciare da Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa – facciano al più presto loro questa richiesta necessaria alla salvaguardia dell’ambiente, della sicurezza e della salute dei loro cittadini».
I comitati evidenziano infatti la paradossale situazione per cui le autorità si troverebbero impreparate di fronte a un rischio nucleare legato alla presenza di sottomarini, mentre al contempo sono stati posti rigidissimi divieti in altri ambiti: «È stata resa off limits buona parte della costa ionica, da Messina a Catania, con delle pesanti restrizioni per la libertà dei cittadini di muoversi sul territorio e di manifestare pubblicamente il loro dissenso nei confronti di questo vertice internazionale. A ciò si aggiungono la sospensione di Schengen, il blocco all’arrivo dei migranti e il danno economico che il G7 sta già producendo per le attività di tantissimi commercianti taorminesi».
Alla luce di questa situazione, i comitati No Muos insieme all’associazione Peacelink, hanno annunciato che la settimana prossima depositeranno un esposto alle procure di Siracusa e Catania «per denunciare le omissioni degli enti preposti in merito alla pianificazione d’emergenza. Non vogliamo essere la polveriera d’Europa – concludono -. Non vogliamo essere complici delle vostre guerre planetarie.
No al nucleare, né qui né altrove. Togliamo le basi alle guerre, per un Mediterraneo di pace e accoglienza».