Dalla procura di Barcellona anche l'accusa di avere perso i dati di rendicontazione necessari a fare partire le procedure per il pagamento della tariffa sull'igiene ambientale. L'ammanco sarebbe di oltre 17 milioni di euro e comprenderebbe la parte da usare per il risanamento di discariche e torrenti
Messina, 47 indagati all’interno dell’Ato Me 2 Per omesso controllo in riscossione dei tributi
Omesso controllo sullo svolgimento del servizio di riscossione della tariffa sull’igiene ambientale (Tia). È questa una delle accuse contestate a vario titolo ai 47 indagati dell’inchiesta della procura di Barcellona sulla mancata percezione della Tia da parte della società d’ambito Ato Me 2, di cui sono azionisti 38 Comuni del Messinese. L’altra accusa è invece quella di non essersi sostituiti all’Ato nell’attività di accertamento e riscossione della Tia nel momento in cui l’Ato ha cessato di riscuotere lo stesso tributo per conto dei Comuni soci.
Tra gli indagati risultano l’ex presidente dell’Ato Me 2 Salvatore Re e il presidente della società Gesenu Spa di Perugia Graziano Antonelli, al quale era stata affidato il compito. Al primo, oltre all’omesso controllo, viene contestata la perdita dei dati di rendicontazione causando così il mancato avvio delle procedure di riscossione per oltre 17 milioni e 215mila euro, oltre all’addizionale che doveva essere versata nelle casse dell’ex Provincia per essere usata per il risanamento delle discariche e dei torrenti.