L'itinerario, sperimentato da Officine culturali, ha come obiettivo quello di riuscire a immedesimarsi nei disabili visivi per capire come riescono a fruire l'arte. Tra le guide della serata c'è Manuela Lupica, che spiega: «Con gli occhi aperti tralasciamo la pavimentazione o i cambi di temperatura tra le stanze». Guarda le foto
Monastero oscuro, tour dei Benedettini bendati «Senza vista si possono cogliere aspetti nuovi»
Un itinerario che inizia dal cortile principale per spostarsi attraverso gli ampi corridoi, i chiostri e lo scalone monumentale, l’anti refettorio e il refettorio grande, le cucine e il loro ventre sotterraneo. Potrebbe sembrare una normale visita turistica all’interno del monastero dei Benedettini di Catania quella avvenuta il 21 aprile, e sperimentata per la prima volta dall’associazione Officine culturali, che dal 2010 si occupa, nella sede del dipartimento di Scienze umanistiche dell’università etnea, dei tour Luci e Ombre al monastero e Il Piano segreto dei Benedettini.
Il tour in realtà nasconde dei particolari inediti. Il gruppo di visitatori durante alcune tappe del percorso di venerdì scorso è stato infatti invitato a indossare una benda, per potersi immedesimare nei panni dei disabili visivi e scoprire come loro fruiscono l’arte, i monumenti e l’architettura sfruttando le potenzialità degli altri sensi. La nuova proposta di Officine culturali prende il nome di Monastero oscuro e si configura come un’esperienza tattile-sensoriale in cui alla narrazione storica si alternano diverse suggestioni e stimoli. Al centro del progetto la diversificazione dei pubblici con una particolare attenzione all’accessibilità, come spiega a MeridioNews Manuela Lupica, cicerona della serata.
«Vogliamo rendere accessibile a tutti il monastero per quanto architettonicamente complicato, ma anche fare scoprire a chi per anni ha frequentato questo posto che anche senza la vista si possono cogliere aspetti nuovi che spesso tralasciamo, come il tono della voce, la pavimentazione o il cambio della temperatura nel passaggio da una stanza all’altra». «Il percorso si propone di fare vivere l’edificio in modo diverso, accantonando la vista, che oggi è eccessivamente bombardata, e riscoprendo gli ambienti con altri sensi, cogliendo nuovi input», spiega Carmelo, operatore all’accessibilità non vedente, al gruppo di ex studenti e curiosi alla scoperta del Monastero oscuro.
Un’idea figlia di un progetto conclusosi lo scorso dicembre chiamato VietatoNONtoccare, a cui hanno preso parte i ragazzi del liceo artistico Emilio Greco di Catania, del Fermi Guttuso di Giarre e dell’istituto d’istruzione superiore Concetto Marchesi di Mascalucia, che hanno realizzato sei plastici, un alto rilievo e un’audioguida. «Prima di mettersi al lavoro – racconta Manuela – gli studenti si sono immedesimati e hanno studiato il monastero bendati, per capire come lavorare e imparare a fidarsi dal proprio accompagnatore».
Proprio come succede durante il percorso al buio, dove rivestono un ruolo fondamentale i giochi di fiducia che i partecipanti sono invitati a fare prima di partire per rompere il ghiaccio. Il gioco del pendolo e il tentativo di riprodurre un ritmo aiutano a comprendere come si accompagna un non vedente, così come limitare l’uso della voce alle indicazioni necessarie per muoversi tra il chiostro dei marmi di ponente e quello di levante, la kaffee haus dove i monaci accoglievano gli ospiti offrendo bevande calde. «È come lo avevate immaginato? Chi aveva capito dove siamo?» domanda spesso Carmelo al gruppo disorientato e divertito che riconosce suoni e odori, studia con il tatto i plastici e resta colpito dal confronto tra l’affresco che domina dall’alto l’aula Santo Mazzarino e il suo basso rilievo tutto da toccare.