I dati, contenuti nella relazione di fine mandato del sindaco Orlando, sono stati trasmessi alla sezione regionale della Corte dei conti. Il Comune prova a resistere, contendendo i debiti e tagliando alcune spese, ma i trasferimenti sono calati di quasi cento milioni l'anno. Imposte invariate, ad eccezione della Tari
Comune, entrate in calo di 300 milioni in quattro anni Si è risparmiato sul personale, non sulle partecipate
Un calo nelle entrate di quasi 300 milioni in quattro anni, con il Comune di Palermo che dal 2012 al 2016 ha dovuto fare di necessità virtù e ha ridotto di altrettanto le spese. Il taglio degli incassi è stato del 25,62 per cento, passando da un miliardo e 106 milioni (esattamente 1.105.978.163,32 euro) a poco più di 822 milioni (822.604.568,98) del 2016. Idem però per le spese, passate da un totale di 1.028.362.742,37 a 762.343.326,60 euro, con una contrazione, rispetto al primo anno di mandato, del 25,87 per cento. Sono alcuni dei dati presenti nella relazione di fine mandato del sindaco Leoluca Orlando inviata alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti e online sul sito istituzionale. Nel report si legge che il Comune «ha rispettato i vincoli del patto di stabilità», ma nel corso del mandato è stato anche commissariato per non aver approvato in tempo utile il rendiconto 2015 e il bilancio di previsione del 2016, e per i mancati adempimenti al nuovo piano regolatore. È ancora troppo presto per conoscere i dati relativi all’esercizio 2016, e infatti nella relazione si precisa che sono desunti dal preconsuntivo 2016.
I debiti, «pur nel rispetto dei limiti previsti», passano da 275.833.986,72 euro del 2012 (importo che include comunque le pendenze pregresse) a 307.451.390,04 euro del 2016: comprensivi, però, dei nuovi mutui. Inoltre, il rapporto tra debito residuo e popolazione residente è aumentato da 421,33 euro del 2012 a 456,34 del 2016, come in aumento è la popolazione residente, passata da più di 654mila persone nel 2012 a oltre 673mila nel 2016. I debiti fuori bilancio riconosciuti nel 2016 arrivano a un totale di 27.776.378,02 euro, ma nella relazione si legge che «esistono debiti fuori bilancio ancora da riconoscere per un importo pari a 7.481.030,87 euro».
Per quanto riguarda le azioni intraprese per contenere i costi, nel periodo 2012-2016 «la spesa si è ridotta del 2,5 per cento per un importo pari a circa 20 milioni e la spesa del personale in cinque anni è calata, passando da 268,8 milioni del 2012 a circa 240,8 milioni del 2016 con una diminuzione di 29 milioni, pari a circa il 10,4 per cento. L’indice di indebitamento è stato pari all’1,48 per cento a fronte di un limite massimo del dieci».
Sulle società partecipate, invece, al 31/12/2016 «non risultano rispettati i vincoli di spesa, né sono in atto misure di contenimento delle dinamiche retributive». Quasi invariate le imposte locali, ad eccezione della tassa per il prelievo sui rifiuti (ex Tarsu, ora Tari) che nel 2012 aveva un costo pro capite pari a 153,57 euro e nel 2016 è passata a circa 175 euro. Nella relazione sono riportate anche le stime sul personale dipendente: nel primo anno di mandato i dirigenti a tempo indeterminato erano 82, scesi a 74 nel 2016 (ma rispetto al 2012 ne sono stati nominati 12 a tempo determinato). E se il totale tra collaboratori, dirigenti, Lsu e personale Coime nel 2012 ammontava a 8656, nel 2016 è sceso a 7781.
L’autorità anticorruzione vigila sull’operato dei Comuni italiani, e per questo in calce al documento del Comune di Palermo si fa riferimento ai vincoli e ai provvedimenti imposti dall’Anac, con una «mappatura delle aree di rischio» e la «predisposizione di piani triennali di prevenzione» che riguardano, ad esempio, «la rotazione degli incarichi dei dipendenti» (al 33 per cento dopo un minimo di permanenza di tre anni nella stessa struttura o un massimo di cinque anni), la «tracciabilità informatica» degli atti e la verifica di eventuali «situazioni di conflitto di interesse». Piani e provvedimenti sono sottoposti a monitoraggi semestrali.
Tra gli interventi più significativi segnalati nella relazione il «superamento di criticità nell’assegnazione dei beni, compresi quelli confiscati alla criminalità», assegnazione prima fatta seguendo l’ordine cronologico della richiesta, ora tramite la pubblicazione di bandi «che hanno consentito – si legge – il rispetto della par condicio tra i vari soggetti interessati». Per quanto riguarda l’area delle risorse e del bilancio, tra gli interventi segnalati c’è il «cassetto tributario per implementare le procedure informatiche». Sul versante mobilità si sottolinea l’introduzione delle Ztl e delle isole pedonali per agevolare il traffico e ridurre l’inquinamento, mentre per la cittadinanza sociale e i migranti si fa cenno ai «piani di accoglienza attraverso prefettura, forze dell’ordine, croce rossa e associazioni di settore». Relativamente alla cultura, il municipio di Palermo porta a casa il riconoscimento Unesco per il percorso arabo-normanno, quello come capitale italiana dei giovani per il 2017 e quello di capitale italiana della cultura per il 2018.