Lavoro, meno 40mila posti dal 2007 a Palermo «Voucher? Sono serviti a coprire il lavoro nero»

«Il vero dramma non sono tanto i dati sull’occupazione, ma la constatazione che non possiamo dire di essere ancora usciti dalla crisi. I voucher hanno finito con il coprire il lavoro nero, mentre le aziende continuano ad essere in difficoltà». Sono toni gravi quelli utilizzati da Enzo Campo, segretario della Cgil di Palermo, che analizza i dati sull’occupazione a Palermo. E il quadro dipinto dai dati Istat diffusi dal sindacato è a tinte fosche. Nel capoluogo gli occupati sono scesi di più di 40mila unità dal 2007 al 2015: da 365mila a 324mila, così da raggiungere oggi un tasso di occupazione che oggi tocca la striminzita percentuale del 38 per cento – ultimo dato Istat del 2015 – contro il 43,9 per cento di dieci anni fa. 

Sono questi e altri numeri a fotografare una situazione drammatica: gli inattivi, coloro che pur non avendone non cercano lavoro, sono 417mila, dato che segna una notevole sfiducia diffusa in città se si considera che erano 395mila nel 2007. La disoccupazione giovanile, quella che prende in considerazione i giovani tra i 15 e il 24 anni, è arrivata a toccare il 65 per cento, contro il 46,5 per cento di otto anni fa. Poco al di sotto del calo degli occupati il dato che riguarda le persone in cerca di occupazione, aumentate di 36mila unità dal 2007 al 2015, da 66mila a 102mila.

«Un grande ammortizzatore era costituito dalle grandi opere che si stavano e che si stanno realizzando a Palermo e che in parte sono concluse, in parte sono state bloccate – prosegue il segretario della Cgil di Palermo –Oggi anche il lavoratore dipendente, come quello precario, non sempre porta uno stipendio a casa. In una città in cui il numero delle vertenze sul lavoro continua a salire e in cui vediamo i diritti in bilico in tutti i campi, i Referendum sul Lavoro – quelli proposti dalla Cgil che prevedono una revisione del Jobs act, l’abolizione dei voucher e il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ndr – e la nostra Carta dei diritti universali esistono per ridare dignità al lavoro e alle persone, e il Piano del Lavoro della Cgil serve per parlare di proposte, contenuti e modelli di sviluppo».

Scandagliando i dati disaggregati si evince che la crisi più grave la vive il settore dei servizi, che d’altra parte è quello che a Palermo dà lavoro a più persone. Ma se nel 2007 erano 287mila i lavoratori impiegati nel terzo settore, dopo otto anni si è registrato un calo di 23mila unità, raggiungendo soltanto quota 264mila occupati. Crisi occupazionale anche nell’industria, che registra una diminuzione di occupati di 16mila unità: da 63mila a 47mila occupati dal 207 al 2015. Va un po’ meglio nel settore agricolo, seppure anche in questo caso, considerando lo stesso arco di tempo, i numeri sono preceduti dal segno meno: da 15mila a 13mila occupati.

Di questi numeri si discuterà oggi al teatro Santa Cecilia di Palermo, durante un incontro organizzato dalla Cgil al quale sono stati invitati a parlare tanti giovani e meno giovani che si barcamenano nel mondo del lavoro: ci sarà la testimonianza di lavoratori pagati con i voucher, di un precario dei call center, della disoccupata, dello studente che cerca di alternare lo studio al lavoro, della pensionata che funge da ammortizzatore sociale per i suoi figli e del lavoratore immigrato. All’evento sono stati invitati a partecipare tutti i candidati alla carica di sindaco.


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I dati Istat diffusi dalla Cgil dipingono un quadro a tinte fosche, con il tasso di occupazione sceso di quasi sei punti percentuali in otto anni, attestandosi al 38 per cento. In aumento anche gli inattivi che passano da 395mila a 417mila. Il segretario del sindacato a Palermo, Enzo Campo: «Venuto meno l'ammortizzatore delle grandi opere»

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