L'udienza preliminare è stata fissata dal gip per il prossimo cinque aprile. L'inchiesta sul Centro di accoglienza per richiedenti asilo della cittadina calatina - che ospita 2.500 migranti -, per il filone delle cooperative sociali favorite negli affidamenti dei servizi dal Comune è coordinata dalla procura di Caltagirone
Cara Mineo, chiesto rinvio a giudizio per 11 persone Tra i nomi c’è anche quello della sindaca Anna Aloisi
Sono undici le richieste di rinvio a giudizio per altrettanti indagati nell’ambito dell’inchiesta sul Cara di Mineo della procura di Caltagirone per le cooperative sociali favorite negli affidamenti dei servizi dal Comune di Mineo. L’accusa, rappresentata dal procuratore Giuseppe Verzera, sostiene che gli indagati abbiano «acquisito in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo delle cooperative sociali presenti nel territorio di Mineo e di lavori e servizi pubblici affidati dal Comune alle cooperative sociali riconducibili all’ex presidente del consorzio Sol Calatino, Paolo Ragusa, nel periodo compreso tra l’ottobre 2013 e l’agosto 2015». L’udienza preliminare è stata fissata dal gip per il prossimo 5 aprile.
Il provvedimento è stato emesso dal procuratore Giuseppe Verzera e dal sostituto Anna Andreatta a conclusione di un’articolata attività d’indagine condotta da carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura di Caltagirone. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio e falso. Tra gli indagati, oltre Paolo Ragusa, capo della lista Uniti per Mineo e con ruoli di vertice in diverse cooperative sociali, il sindaco di Mineo, Anna Aloisi, un ex consigliere comunale, dirigenti e impiegati del Comune e alcuni dipendenti di cooperative che svolgevano prestazioni per conto di Ragusa.
Al centro di indagini, che si sono avvalse di attività tecniche e documentali, ci sono gli appalti per la gestione di strade e verde e di altri servizi all’interno e all’esterno del Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo, la struttura nella Piana di Catania che è il più grande Cara d’Europa con circa 2.500 migranti ospiti. Questa della Procura di Caltagirone è una delle inchieste satellite che ruotano attorno al Cara. Di quella sull’appalto principale sulla gestione del centro è titolare la procura distrettuale di Catania.