Lo scontro diretto in programma domani al Barbera mette in palio punti molto pesanti in chiave salvezza. Le due squadre devono assolutamente vincere per tenere accesa la fiammella della speranza. In un contesto ambientale particolare, i rosa sono chiamati a invertire il trend casalingo. Confermato il 4-3-3
Palermo, la sfida col Crotone è come una finale Diego Lopez: «Gara da gestire con intelligenza»
Rispoli l’ha definita una finale di Champions League. Anche se Palermo-Crotone non mette in palio nessun trofeo, l’iperbole con la quale l’esterno destro rosanero ha presentato la partita in programma domani alle 18 al Barbera si adatta bene ai contenuti di una sfida che ha il sapore di una vera e propria finale. Un pareggio suonerebbe come una condanna sia per i rosa (penultimi a quota 11 punti), sia per i pitagorici, al terzultimo posto con due lunghezze di vantaggio sugli uomini di Diego Lopez. Vincendo, invece, una delle due squadre riuscirebbe a mantenere il contatto visivo con il quartultimo posto occupato dall’Empoli (i toscani, che hanno 21 punti, domani alle 15 affronteranno in casa il Torino) e a mantenere vive le speranze di salvezza.
Palermo e Crotone viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. I rosanero, rincuorati dal prestigioso punto ottenuto domenica scorsa al San Paolo contro il Napoli, e la formazione guidata da Nicola, reduce dal successo casalingo per 4-1 contro l’Empoli, sanno di avere un solo risultato a disposizione. Motivo per cui il match di domani, valido per la quarta giornata del girone di ritorno, è di fatto una sfida senza appello. Una gara potenzialmente decisiva per tutte e due le squadre. «Contro il Crotone dobbiamo vincere ma l’obiettivo non sarebbe cambiato anche se fossimo stati in una situazione di classifica diversa – ha spiegato Lopez alla vigilia dell’incontro – Occorre andare in campo e cercare di ottenere i tre punti. La realtà dice che siamo a dieci lunghezze di distanza dall’Empoli, ma secondo me il Palermo non è inferiore alla formazione toscana e non merita un gap così ampio». Il tecnico uruguaiano sa che l’esito della gara di domani potrebbe orientare il cammino della squadra: «Noi crediamo alla salvezza, lavoriamo per questo. La situazione è difficile ma possiamo dare un segnale importante al campionato. Come va gestito il match? Con intelligenza. Ciò che conta è che il Palermo si comporti da squadra, che sia un gruppo compatto nelle due fasi di gioco. Sappiamo che ci serve assolutamente la vittoria ma non dovremo cercare il gol con frenesia. Le partite durano anche oltre il novantesimo».
I rosanero, intenzionati a invertire il trend tra le mura amiche (lo score interno finora è di un pareggio e nove sconfitte), dovranno dimostrare di essere squadra anche dal punto di vista psicologico. Sulla falsariga del match contro l’Inter, infatti, domani gli spalti non saranno una fonte di calore e di entusiasmo per i giocatori, chiamati in un ambiente particolare (a prescindere da cosa faranno i gruppi del tifo organizzato si prevede uno stadio semivuoto) a concentrarsi esclusivamente sull’andamento della partita senza lasciarsi condizionare da fattori esterni.
Lopez, intanto, questa mattina ha rifinito al Tenente Onorato la preparazione della gara contro i calabresi e durante le esercitazioni tattiche ha insistito sul 4-3-3. In difesa, reparto privo degli squalificati Goldaniga e Gonzalez, quattro elementi si contendono i due posti che spettano ai centrali: Sunjic (in odore di esordio dal primo minuto con la maglia rosanero), Andelkovic, Vitiello e Cionek. A centrocampo, ballottaggio Jajalo-Gazzi. Il tridente offensivo dovrebbe essere formato da Embalo, Nestorovski e Trajkovski.