Il progetto offre la possibilità a chi soffre di questo disturbo di esprimersi attraverso i lavori degli artisti. Il dg del Policlinico Li Donni: «L'aumento di circa 14 anni di longevità nell'età media comporta un rischio maggiore di ammalarsi»
Alzheimer, alla Gam Rinarrarsi attraverso l’opera d’arte «Nel 2020 patologia riguarderà 15 milioni di europei»
Offrire ai malati di Alzheimer e a quelli con altri disturbi la possibilità di esprimersi attraverso le opere delle collezioni della Galleria d’arte moderna di Palermo spingendoli a osservarle e stimolare le emozioni. È il senso del progetto ‘Ri-narrarsi attraverso l’opera d’arte’ che si rivolge non solo a ch soffre di questo tipo di malattie ma anche a familiari e operatori sanitari. Sono sei i percorsi intorno ai quali si è sviluppato: Il paesaggio interiore, ritratti familiari, autoritratto, corpi, la vita quotidiana: oggetti e immagini e lo spazio urbano. Dopo la fase di sperimentazione (iniziata ad aprile e terminata lo scorso giugno), a partire da settembre 2016 il progetto è entrato a far parte dei programmi educativi della Galleria d’arte moderna ed è stato aperto alle residenze sanitarie. L’iniziativa è nata dalla collaborazione fra Civita Sicilia, che cura i servizi museali della Galleria d’arte moderna, il centro l’U.O.C. di geriatria e lungodegenza del dipartimento di medicina clinica e delle patologie emergenti, l’ U.V.A. 6, e l’associazione Alma (Associazione lotta malattia Alzheimer).
«L’aumento di circa 14 anni di longevità nell’età media comporta un rischio maggiore di ammalarsi di Alzheimer – ha spiegato Renato Li Donni, direttore generale Aou Policlinico Giaccone – nel 2020 questa patologia riguarderà 15 milioni di europei con un impatto di quasi 300 miliardi di euro sui bilanci, per questo occorre dare risposte sostenibili. L’arte può aiutare a recuperare le residue capacità relazionali».
«Questo è un progetto pilota – ha detto Flora Inzerillo, psicoterapeuta dell’unità valutativa alzheimer del Policlinico di Palermo – sia per la zona, perché è stato il primo nel Meridione, che in riferimento al campione interessato: rispetto a progetti simili noi abbiamo inserito dei soggetti con demenza grave, anche in fase invalidante». «L’approccio ai beni culturali guidato da professionisti – ha detto Antonella Purpura, direttrice della Gam – ha fatto registrare nel corso del progetto dei progressi in una malattia invalidante, questo è un modo nuovo di intendere l’accessibilità museale, cioè rendere il museo un luogo alla portata di tutti».
All’iniziativa è intervenuta Agnese Ciulla, assessore comunale alla Cittadinanza sociale, ch ha prlato del recente successo ottnuto dall’amministraizione: «Vorrei precisare che il tema non è se Palermo è Capitale della cultura o no – ha detto – ma se vogliamo esserlo e se vediamo una possibilità di sviluppo nella nostra città. Non siamo premiati per il passato, ma per la capacità di avere un progetto futuro. Abbiamo una grande consapevolezza delle difficoltà, ma c’è un lavoro costante di programmazione che può diventare la strada per un cambiamento nella qualità della vita delle persone, e progetti come questi lo dimostrano».