Le fiamme sono divampate la notte scorsa nel centro della provincia trapanese. Sull'episodio indagano i carabinieri, per capire se si tratti di un'intimidazione di stampo mafioso. «Due anni fa ho ricevuto una lettera minatoria», racconta l'interessato a MeridioNews. Solidarietà dall'associazione Articolo 21
Valderice, a fuoco l’auto del giornalista Mugno Testimone al processo per l’omicidio Rostagno
La scorsa notte, un incendio ha distrutto l’automobile del giornalista e scrittore trapanese Salvatore Mugno, autore di libri sulla mafia e testimone al processo per l’omicidio di Mauro Rostagno. L’origine è quasi certamente dolosa: «Difficile che un’auto vada da sola a fuoco in due punti diversi», dichiara lo stesso Mugno, contattato telefonicamente.
Sono le due quando le fiamme avvolgono l’autovettura, parcheggiata davanti casa del giornalista, a Valderice. «Dormivo – racconta –, sono stato svegliato dai vicini di casa, non mi ero accorto di nulla. Sono sceso in strada con addosso il pigiama e abbiamo provato a spegnere l’incendio con una pompa da giardino, in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco. Dovevo fare qualcosa: abito in una zona non facile da raggiungere, anche per via delle strade strette». Quando sono arrivati i pompieri, le fiamme, che nel frattempo avevano danneggiato anche un’altra auto, erano già state domate. Sul posto sono giunti anche i carabinieri, che adesso indagano sull’accaduto.
È ancora presto per chiarire se si tratti di una intimidazione, di cui Mugno in passato è già stato vittima: «Due anni fa ho ricevuto una lettera minatoria – dichiara –, non so se i due episodi possano essere collegati né se siano riconducibili al mio lavoro o al processo Rostagno. In questi momenti si pensano tante cose, si fanno mille ipotesi, ma io non scrivo abitualmente. Pubblico libri e questo incendio è capitato a distanza dall’ultima pubblicazione, in un periodo in cui dar fuoco alle macchine sembra essere diventato un passatempo». Il riferimento è alla crescita esponenziale di auto incendiate registrata nell’ultimo anno a Trapani. Di una cosa, però, il giornalista è certo: «Non si tratta del solito danneggiamento, un evento del genere per me rimane opera della criminalità. Ma si riparte da qui».
Solidarietà è stata espressa dai colleghi giornalisti e docenti (Mugno è anche professore di Diritto in un istituto superiore). L’associazione Articolo 21, circolo di Trapani “Santo Della Volpe”, ha parlato di «atto spregevole». «Se si tratta di una intimidazione riferita all’attività del professore Mugno ci riteniamo tutti noi giornalisti oggetto della intimidazione – si legge in una nota –. Agli autori diciamo che nessuno di noi è disponibile a retrocedere nella propria attività».