L'attività commerciale, di proprietà di un imprenditore di origine cinese, è andato a fuoco questa notte. Ad allertare le forze dell'ordine e i vigili del fuoco sono stati i residenti della zona che hanno notato le fiamme e un fumo denso uscire fuori dal negozio. Le stesse persone avrebbero visto allontanarsi da lì alcuni soggetti
Pedara, incendiato il negozio Weifen Gli inquirenti seguono la pista dolosa
Paura la notte scorsa a Pedara, in via Altavilla, a causa di un incendio che ha distrutto il negozio di abbigliamento e pelletteria Weifen. Il rogo, di matrice dolosa, ha coinvolto il piano terra della palazzina a due piani dove ha sede l’esercizio commerciale di proprietà di un imprenditore di origine cinese. Poco dopo l’una di notte, infatti, i residenti della zona sono stati svegliati dalle fiamme e dal fumo denso che usciva fuori dal negozio. Sul posto, allertati dai cittadini, sono arrivati i vigili del fuoco del comando provinciale di Catania, i carabinieri della Stazione locale e i colleghi della compagnia di Acireale.
Le squadre dei pompieri hanno lavorato per ore con l’obiettivo di evitare che il fuoco inghiottisse l’intero edificio e per salvaguardare i componenti delle sei famiglie residenti nello stabile, che sono stati aiutati ad abbandonare le proprie abitazioni. Solo alle prime luci dell’alba le persone sono potute rientrare a casa. Mentre i pompieri, al termine delle operazioni di spegnimento, hanno effettuato un accurato sopralluogo all’interno del negozio. Nell’esercizio commerciale le fiamme hanno quasi del tutto divorato la merce. Ma è grazie al controllo che i vigili del fuoco hanno rinvenuto elementi utili per pensare a una pista dolosa.
A confermare la conclusione anche le testimonianze di alcuni residenti delle zona che avrebbero visto allontanarsi di corsa delle persone, quasi in contemporanea all’avvio dell’incendio. All’esame dei carabinieri ci sono le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. Il negozio sarebbe andato quasi del tutto distrutto ma i danni sono ancora da quantificare: da una prima stima, però, si parla di decine di migliaia di euro. Diversi le ipotesi investigative al vaglio degli inquirenti, i quali tuttavia si sentirebbero di escludere che l’episodio sia legato a questioni di racket.