Scienza o moda

Pare ci siano due novità in ambito scientifico. Lo sapevate che la fertilità delle donne si vede dal vestito? E che la virilità dell’uomo si carpisce con uno sguardo? Questi i risultati di due ricerche americane che hanno suscitato non poca curiosità e perplessità. Condotte rispettivamente all’ “University of California”, da Martie Haselton, su un campione di studentesse, e all’ “University of Chicago”, dal ricercatore Dario Maestripieri, su un campione di uomini fino ai 33 anni.

Donne e uomini. Moda ed eros. Sembrerebbe che l’arte del conquistare tocchi ogni mente e si serva di ogni mezzo: sguardi, odori, colori… E’ una tematica vasta e complessa questa. Al riguardo gli scienziati di Chicago affermano che – dati alla mano, pubblicati sulla rivista “Proceedings of the Royal Society Biological Sciences” – alle donne basta un solo sguardo per riuscire a capire se un uomo potrà essere un bravo papà e se è la persona giusta per una relazione duratura.

Il campione di uomini, in questione, è stato sottoposto a vari test con foto e domande, mentre le donne si sentivano attratte dai volti più virili: riuscendo ad individuare i soggetti con il livello di testosterone più alto semplicemente guardandone il volto. Se gli uomini dimostravano anche uno spiccato interesse verso i bambini venivano scelti per relazioni durature, altrimenti per storie di breve durata. Questo “istinto” – hanno commentato gli scienziati – è frutto dell’evoluzione dell’uomo.

Le donne (anche loro sottoposte a test), nei momenti di massima fecondità, tendevano a vestirsi in modo da poter fare più facilmente colpo sugli uomini, scegliendo abiti più marcatamente femminili, agghindandosi con più gioielli e più accessori.

Gli scienziati della California, dopo aver tenuto sotto osservazione il comportamento di un campione di donne, sono arrivati alla conclusione che c’è un metodo più facile del previsto per individuare i giorni fertili del ciclo femminile: “La fertilità si vede dal vestito. Nei giorni fertili infatti – ha dichiarato Martie Haselton, che ha guidato l’indagine vedendone pubblicati i dati sulla rivista “Hormones and Behavior” – le donne tendono ad indossare gonne invece di pantaloni, a preferire gli indumenti più vistosi capaci di trasmettere segnali erotici, a mostrare più pelle scoperta, ad acquistare qualche vestito in più e in generale ad apparire più alla moda”.

Questo, parlando in termini scientifici, non sarà un metodo affidabilissimo per capire qual è il periodo di ovulazione, ma sicuramente in termini di moda e marketing darà vita a chissà quante trovate pubblicitarie a servizio del business. Armani, Versace, Valentino. E ancora, Louis Vuitton, Prada e Kelvin Klein, per menzionarne solo alcuni, non considerati come dei marchi, ma vere e proprie icone della moda, pilastri dell’eleganza e dello charme, che sapranno certamente come trarre spunto per nuove collezioni e per nuovi spot. Prese di mira tutte le tipologie di donna: da quella estremamente dolce a quella impetuosamente trasgressiva. La “collezione Jungla” (tanto per citarne una) – com’è descritta nell’ironico film “Il diavolo veste Prada” – è per la donna moderna che riesce a scatenare la “belva” che c’è in lei; anche se i creatori stessi delle collezioni e degli spot spesso affermano di sentirsi dei “veri stolti ad inventare queste dabbenaggini”. Colpa solo del mercato e della filosofia del conformismo? Ma chissà.


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