Canicattini, in piazza la foto di Falcone e Borsellino Giovani: «Ma abbandonato nostro ritratto del giudice»

La foto più famosa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino da oggi pomeriggio sarà esposta in un grande cartellone-monumento in Piazza Borsellino, a Canicattini Bagni. «Questo simbolo – spiega il sindaco Paolo Amenta – posto proprio all’ingresso del nostro paese, vuole lanciare alla comunità canicattinese, e anche a tutti gli ospiti che entreranno, un messaggio di speranza». Tuttavia fino a due anni fa, in quel posto c’era già un ritratto di Paolo Borsellino, pensato e voluto dai giovani dell’associazione culturale Pensiero Canicattinese che ogni estate organizzano, in quella stessa piazzetta, l’evento Creativamente con musica ska e reggae, street art e banchetti enogastronomici e di artigianato locale. Disegno distrutto dal logorio del tempo.

«Avevamo il contatto di Antonio Barca – racconta a Meridionews l’allora presidente di Pensiero Canicattinese, Simone Amato – che è il writer che lavora anche con Addiopizzo e che ha riempito Catania di murales antimafia. Abbiamo pensato, allora, di chiedere a lui di realizzare per noi, durante la serata di Creativamente del 2011, un ritratto del magistrato antimafia». Fino ad allora, esisteva in paese una piazza dedicata a Paolo Borsellino ma non esisteva niente di concreto che ricordasse il magistrato. «Noi – ricordano dall’associazione – dopo aver costruito la struttura in legno che avrebbe dovuto tenere il pannello e dopo aver passato una vernice che fungesse da protezione, ci siamo resi conto che era necessaria una struttura di copertura. Ma nonostante le richieste scritte e i continui solleciti fatti all’amministrazione comunale – denunciano i giovani – non abbiamo mai ricevuto risposte adeguate».

E allora, a tre anni dalla realizzazione, sono i ragazzi stessi a dover provvedere a smontare tutta l’opera «perché – spiegano – oramai la faccia di Paolo Borsellino era talmente sbiadita che quasi non si vedeva più e, inoltre, il legno stava cominciando a deteriorarsi e le schegge potevano anche diventare pericolose. Ora – precisano – il punto non è che si sta realizzando una nuova opera che, di per sé, è un bene. Però, ci sarebbe piaciuto essere avvisati dall’amministrazione comunale e questo non perché noi ci sentiamo i proprietari di quella piazzetta ma perché, negli anni precedenti, quella stessa amministrazione non era stata in grado di sostenere la nostra idea e salvaguardare il nostro progetto».

La foto, scattata il 27 marzo del 1992 dal fotoreporter Tony Gentile e diventata simbolo della rinascita della Sicilia contro la mafia, sarà corredata dalla celebre frase di Paolo Borsellino, «Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola». «L’idea di realizzare quest’opera è partita da molto lontano – dichiara il sindaco Amenta – dalla volontà di certificare le azioni culturali da noi promosse sul territorio e che abbiamo portato avanti, fin dall’inizio, scegliendo la legalità come nostra strategia politica». La foto, posta su una struttura in metallo e stampata su un materiale che è garantito per 20 anni, è costata circa 500 euro all’amministrazione comunale che, peraltro, sta già provvedendo a cercare delle attività commerciali locali interessate a fungere da sponsor. «I ragazzi di Pensiero Canicattinese – afferma il sindaco – non devono polemizzare, perché sanno di avere il nostro appoggio in tutto quello che vogliono fare se va nella giusta direzione. È vero che loro avevano già fatto realizzare un ritratto, ma è vero anche che il tempo e le intemperie lo hanno distrutto. Noi – conclude – abbiamo voluto ricreare proprio qui a piazza Borsellino un’opera da consegnare anche alle generazioni future perché siamo convinti che una società migliore si costruisca attraverso la legalità».

Così, ridiventa presidio di legalità quella stessa piazzetta che la scorsa estate era stata teatro di una serata di musica neomelodica dedicata alla memoria di Salvatore Navarra, autista dell’allora sindaco di Canicattini Bagni, ucciso il 7 aprile del 1992 da Carmelo Terranova – esponente del clan Aparo condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Siracusa – nell’ambito della guerra di mafia tra i clan Aparo-Nardo-Trigilia e il gruppo Urso-Bottaro.


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