Il progetto sperimentale per il recupero di alcune opere custodite nei depositi della Gam nasce con l’obiettivo di avviare un percorso di inserimento sociale per i giovani dell'istituto penale attraverso un'attività formativa e lavorativa. Dopo quattro mesi di amorevoli cure il dipinto, ripristinato da un giovane dell'istituto, sarà esposto a Villa Palagonia dal 31 maggio
A scuola di restauro nel carcere Malaspina «I ragazzi hanno salvato una tela rovinata»
Impegnarsi nel restauro di un quadro come se fosse la propria vita. Si tratta del progetto sperimentale Malaspina insieme per l’Arte (Mia), nato esattamente un anno fa, per il recupero di alcune opere custodite nei depositi della Gam con l’obiettivo di avviare un percorso di inserimento sociale per i ragazzi attraverso un’attività formativa e lavorativa. E dopo quattro mesi di amorevoli cure e certosini interventi, il 31 maggio tornerà a farsi ammirare l’antico dipinto del museo palermitano recuperato proprio da uno dei giovani detenuti del carcere minorile di Palermo. Il progetto, frutto della collaborazione tra la Galleria d’arte moderna, l’Istituto penale per minorenni, la ditta di restauro Ambra Giordano, con la consulenza tecnico-scientifica del professore Franco Palla del laboratorio di biologia, dipartimento Stebicef dell’Università di Palermo e Banca Nuova (che ha finanziato il progetto), ha dato in questi giorni i primi frutti.
Sotto la guida dell’esperta restauratrice, il giovane – che già in passato ha preso parte ai lavori di recupero di un’antica imbarcazione in legno, Lisca bianca – ha partecipato a tutte le fasi di restauro di un dipinto dell’artista Angelo Busà, raffigurante un paesaggio, una pittura a olio della prima metà 800 che necessitava di cure approfondite. In particolare, alcuni tentativi di ripristinare i profondi tagli sulla tela avevano peggiorato la situazione. Gli interventi si sono concentrati proprio su questi aspetti, eliminando anche le vecchie stratificazioni di muffa e sporcizia, depositate nel corso dei decenni. Un’operazione delicata che equivale a riportarlo alla luce, farlo rinascere. E il cuore del progetto, in qualche modo, è proprio questo: dare ai ragazzi la possibilità di immedesimarsi con la condizione dell’opera, persa nell’oblio del tempo a causa di un destino avverso, e condividerne il processo di rinascita e di riscatto.
«Nei primi incontri all’istituto – racconta Giordano – ho illustrato le teorie e tecniche pittoriche e il restauro della cornice. Poi alla Gam, in uno spazio aperto al pubblico, abbiamo iniziato i primi interventi sul quadro». Tra le operazioni più delicate la pulizia della tela e la riparazione delle numerose lacerazioni. «Il quadro si presentava in condizioni pessime – prosegue – rovinato più dai precedenti interventi che dagli strappi in sé. Ma grazie all’utilizzo di tecniche innovative – la risarcitura della tela testa a testa e metodi acquosi per la pulizia – siamo riusciti a cancellare le tracce delle precedenti riparazioni estremamente invasive». Preziosa la collaborazione del giovane apprendista che, durante tutte le fasi, ha contribuito concretamente preparando i materiali, le colle, e le carte per velare. Un’esperienza unica per acquisire competenze che potrebbe tornare utili in futuro, ad esempio nel restauro delle cornici.
«È stata un’esperienza nuova – prosegue -. Sono rimasta colpita dal suo entusiasmo, è stato un piacere vedere quanto passione metteva nel suo lavoro, ma anche dal suo carattere: questi ragazzi sembrano più grandi della loro età per via delle esperienze anche dolorose che hanno vissuto ma mancano di esperienze in fatto di cooperazione e del rapporto di fiducia con altre persone. E credo che questa esperienza abbia arricchito entrambi». L’opera in un primo primo momento sarà esposta a villa Palagonia, la villa settecentesca all’interno delle mura del Malaspina, poi trasferita negli spazi dello spazio dello sponsor, infine tornerà alla Gam. Si tratta solo di uno dei tanti progetti che rientra nel percorso di riabilitazione sociale messi in campo dall’istituto e, con particolare tenacia, dal direttore Michelangelo Capitano.
«Questo giovane è stato molto impegnato dal progetto e il risultato è stato davvero splendido – afferma Capitano -. Noi abbiamo avviati tanti lavori ma non bastano mai perché sono occasioni uniche per accrescere doti e capacità che altrimenti difficilmente i nostri ragazzi potrebbero sviluppare». Solo per citarne alcune, Cotti in fragranza, il laboratorio di biscotti artigianali al sapore di mandarini di Ciaculli, tenuto a battesimo dal presidente del Senato Pietro Grasso, l’intervento per il ripristino del Castello a Mare, e l’orto condiviso che fornirà curcuma e zenzero per i prodotti da forno. «In queste occasioni – aggiunge – comprendono per la priva volta i valori dello studio e dell’impegno, confrontandosi con scenari che non hanno mai nemmeno immaginato. L’idea è vincente – conclude – anche grazie alla collaborazione di professionisti di altissimo livello».