La corte sportiva di appello non ha preso in considerazione i fotogrammi in cui si vede il tesserato della società granata in panchina, mentre dall'altra parte del campo andava in scena l'aggressione al guardalinee Joseph Russo. «La norma parla di video e filmati e non di fotografie», scrivono i giudici
Sicula Leonzio-Acireale, squalifiche confermate Massaggiatore: «Adesso ci vediamo in tribunale»
«La norma parla di video e filmati e non di fotografie». È con questa motivazione che la corte sportiva di appello territoriale ha confermato la squalifica del massaggiatore dell’Acireale Calcio, Giuseppe Candido, sanzionato con una pena di quattro anni, da trascorrere lontano dai campi di gioco, perché ritenuto responsabile di aver aggredito il guardalinee Joseph Russo, nel corso della finale regionale di Eccellenza tra i granata e la Sicula Leonzio.
Candido, all’indomani della decisione del giudice sportivo, aveva ribadito la propria estraneità ai fatti, sottolineando di essere stato lontano dall’aggressione avvenuta a fine partita. Versione che sarebbe stata avvalorata da alcuni fotogrammi di un filmato nel quale si vede il massaggiatore intento a raccogliere le borracce in panchina, mentre la ressa si svolgeva dall’altra parte del campo di gioco. Per questo, la società sportiva si è opposta alla decisione facendo ricorso alla corte di appello. Ricorso che però è stato rigettato. «Inammissibile la produzione fotografica in quanto trattasi di estrapolazione di immagini da un filmato, che non offrono quella piena garanzia tecnica e documentale», si legge nella sentenza.
Dura la replica del massaggiatore che su Facebook promette battaglia. «Avevamo anche mandato il pezzo di filmato dal quale erano stati estrapolati i fotogrammi – scrive -. Adesso cambiamo scenario, ci spostiamo in tribunale con denunce penali e querele per tutti».
Ricorso respinto anche per le squalifiche dei giocatori Filippo Vittorio (5 anni e 800 euro di multa), Simone Arcoria (4 giornate), e del dirigente accompagnatore Emanuele Merola (fino al 31 dicembre 2016). Per quest’ultimo la difesa verteva su un fraintendimento da parte dell’assistente arbitrale che avrebbe confuso un gesto di aiuto per un’aggressione. In tutti e tre i casi, come d’altronde per Candido, la corte ha ritenuto inattendibile la versione dell’Acireale Calcio.