Il gestore del locale che prende il nome dalla strada ha pubblicato un post su facebook con tanto di foto delle auto di polizia e Guardia di finanza, che presidiano l'ingresso da corso Vittorio Emanuele. «La clientela pensa che questa sia una strada palcoscenico di eventi pericolosi e la evita: per i pub è deleterio»
Movida, forze dell’ordine in via Chiavettieri Calandrino: «Non siamo in zona di guerra»
«Da un po’ di tempo, ogni venerdì sera, ci sono volanti di polizia e Guardia di finanza che si appostano proprio all’entrata di via dei Chiavettieri. Questa non è una bella vetrina per i locali della strada, fa pensare alla gente che quì succedano chissà quali cose, che sia una zona pericolosa». Questo lo sfogo pubblicato sulla pagina personale Facebook di Gabriele Calandrino, il titolare del locale Ai Chiavettieri. Un volto familiare per tanti giovani che frequentano la via, una delle più affollate nelle serate dei fine settimana. Almeno fino a qualche tempo fa. Da qualche mese a questa parte, infatti, in via dei Chiavettieri gli avventori sarebbero sempre meno, un po’ per alcuni fatti di cronaca che hanno visto protagonista il quartiere della Vucciria e un po’ perché le misure di sicurezza adottate dalle forze dell’ordine avrebbero avuto qualche controindicazione.
Calandrino, infatti, ha scritto un post sul popolare socia con tanto di foto delle auto di polizia e Guardia di finanza per documentare lo stato delle cose: «Da un po’ di tempo, ogni venerdì sera, ci sono volanti di polizia e guardia di finanza che si appostano proprio all’entrata di via dei Chiavettieri, quello all’altezza di corso Vittorio Emanuele – spiega il gestore del locale -. Questa non è una bella vetrina per i locali della strada, fa pensare alla gente che quì succedano chissà quali cose, che sia una zona pericolosa. Inoltre, tutte le settimane ci sono controlli nel locale, fatti dagli stessi agenti, che fanno il loro lavoro ma che si trovano a controllare gli stessi documenti ogni sette giorni, a volte meno».
Zone, quella dei Chiavettieri e quella della Vucciria, che proprio per il fatto di essere il centro della movida, sono periodicamente oggetto di polemiche sulla sicurezza e sulla vivibilità. «I primi esposti sono stati presentati al Comune circa 3 anni fa. Dopo sono arrivati anche quelli alla Procura. Poi alcuni fatti più gravi, come la maxirissa col machete, hanno contribuito a far sì che la reputazione della zona peggiorasse. Da allora sono cominciati i controlli invasivi». Episodi violenti che hanno richiesto nella zona con un maggiore spiegamento di forze. «Ben vengano le misure per la tutela della sicurezza, ci mancherebbe», dice Calandrino. «Credo, però, che si debba agire in modo da garantire anche i gestori dei locali».
La presa di posizione di Calandrino non si ferma a fotografare l’esistente. Il gestore del locale propone un’alternativa: «Ci sono altre strade dove le pattuglie potrebbero stazionare, per esempio tra via Cassari e via Chiavettieri. Verrebbe comunque garantita la sicurezza. Inoltre, mi chiedo, perché ora che la strada è percorribile dalle auto, le forze dell’ordine non possano semplicemente attraversarla?». Il gestore del locale ha in programma di presentarsi in questura e prefettura per essere ricevuto e discutere la questione con chi gestisce l’ordine pubblico nella zona. «Chiederò il perché dell’inasprimento di queste misure di sicurezza. Ricordo che 10 anni fa i Chiavettieri erano una zona allo sbando e che i locali erano i protagonisti della rinascita della strada. Oggi – conclude – sembra che la movida sia diventata un problema».