Gli ex vertici del colosso degli appalti Tecnis non saranno più sottoposti agli arresti domiciliari. A disporlo è stata la giudice per le indagini preliminari Giulia Proto. Secondo la procura di Roma i due avrebbero intrattenuto rapporti illeciti con i vertici dell'Anas, per ottenere favori nella concessione di appalti
Tornano in libertà imprenditori Costanzo e Bosco Decisione sui due filoni dell’inchiesta Dama nera
Finiti gli arresti domiciliari per gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice. A deciderlo è stata Giulia Proto, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma che ha disposto la revoca della misura cautelare. I due sono indagati dalla procura capitolina per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito delle inchieste Dama nera e Dama nera due. Secondo l’accusa, ci sarebbero stati rapporti illeciti tra i vertici dell’Anas, la società che gestisce le autostrade in Italia, e diversi imprenditori, che avrebbero goduto di favori in cambio di tangenti.
La prima ordinanza di custodia cautelare per i due ex vertici del colosso degli appalti Tecnis era stato notificata a ottobre 2015, mentre la successiva lo scorso l’11 marzo. Il secondo filone dell’inchiesta ha toccato anche la politica, con un avviso di garanzia per il deputato nazionale di Forza Italia Marco Martinelli. Il parlamentare, secondo la guardia di finanza, avrebbe garantito al titolare di un’importante impresa la nomina di un «presidente di gara non ostile».
Il nome dell’indagine ha preso spunto dal presunto ruolo di vertice di Antonella Accroglianò, la responsabile del coordinamento tecnico amministrativo dell’Anas e promotrice del giro di mazzette. Dopo l’arresto la donna ha deciso di collaborare con i magistrati e proprio dalle sue dichiarazioni trascritte a verbale ha preso spunto il secondo capitolo della vicenda giudiziaria.