Arriva dopo anni la notizia tanto attesa che garantisce un futuro più certo per lo scalo ragusano. Finora era stato Palazzo d'Orleans a garantire le risorse, una soluzione non più perseguibile. Il rischio però è che ora a pagare siano i passeggeri. Intanto, a breve apriranno negozi dentro la struttura
L’aeroporto di Comiso da marzo gestito da Enav Sollievo per casse Regione, ma biglietti più cari
«Da questo mese i servizi di assistenza al volo per l’aeroporto di Comiso sono ufficialmente a carico dello Stato». Ad affermarlo è il parlamentare ragusano di area popolare Nino Minardo che ha annunciato che, dall’1 marzo 2016, lo scalo rientra tra quelli gestiti da Enav (Ente nazionale di assistenza al volo), dopo essere stato inserito tra gli aeroporti di interesse nazionale. Secondo quanto dichiarato dal deputato modicano, «il contratto di programma Stato-Enav per il periodo 2016-2019 concluderà il suo iter entro e non oltre il 30 aprile 2016».
La notizia assume un’importanza fondamentale per il futuro dell’aeroporto Pio La Torre, anche se rischia di pesare negativamente sulle tasche dei passeggeri. «Non abbiamo ricevuto notizie ufficiali, anche se non ci sono motivi per dubitare», spiegano dall’ufficio stampa della Soaco, la società che gestisce lo scalo. Se confermata, comunque, la firma rappresenta un passo importante per lo sviluppo dell’infrastruttura. Fino a oggi gli assistenti al volo sono stati pagati dalla Soaco-Sac, grazie ai fondi che la Regione trasferiva al Comune di Comiso. In principio, nel 2012, per far partire l’attività si stipulò un contratto privato con Enav per un importo di 4,5 milioni di euro forniti dalla Regione. Questa scelta suscitò non poche polemiche da parte, soprattutto, dei politici di Trapani che non ritenevano equo il trattamento riservato dal governo regionale agli aeroporti dell’Isola. In tal senso, l’ultimo contributo al Comune di Comiso – pari a 1,2 milioni di euro – è stato inviato poche settimane fa, ma solo dopo una forte pressione dei deputati iblei. A novembre, infatti, Palazzo D’Orleans ha inviato una nota al sindaco di Comiso, Filippo Spataro, per annunciare che l’aeroporto non era ritenuto più una priorità e che quindi la Regione non sarebbe stata disposta a inviare ulteriori finanziamenti.
Come detto, però, questo cambiamento potrebbe causare un incremento delle tariffe dei biglietti arerei. Fino al 2012, infatti, lo Stato si faceva carico del 50 per cento dei costi per i servizi di assistenza di volo, mentre il restante 50 per cento veniva garantito da una quota sul prezzo dei biglietti. Negli ultimi quattro anni, invece, sulla scia della spending review e del rispetto delle indicazioni date dall’Unione europea, queste spese sono interamente a carico dei passeggeri. Lo Stato interviene solo per l’ammodernamento delle strutture che sono di proprietà pubblica.
Al momento, tuttavia, a far ben sperare sono i numeri e, di conseguenza, le prospettive riguardanti l’attività dello scalo. I passeggeri transitati da Comiso, nel 2015, sono stati quasi 373mila. Con un incremento del 13,6 per cento rispetto al 2014. Solo nello scorso mese di dicembre sono passati dal Pio La Torre circa 50mila persone. L’amministratore delegato della Soaco, Enzo Taverniti, in occasione delle presentazione della stagione estiva 2016, ha sottolineato che la società «non guarda solamente ai voli di linea, ma anche e soprattutto ai charter, perché questo aeroporto, nell’ottica di una stretta sinergia con Catania, diverrà sempre più lo scalo turistico del sistema».
E a breve dovrebbero nascere, dentro lo scalo, anche attività commerciali, passaggio decisivo per provare a rendere economicamente sostenibile l’infrastruttura. «C’è un piano industriale – ha sottolineato Taverniti – che ci permetterà di arrivare al pareggio di bilancio entro il 2020. Fondamentale, in questo senso, è l’avvio della zona commerciale interna all’aeroporto, un servizio che in questo momento risulta essere molto carente. A breve apriremo un nuovo piano che prevede due gate e l’inserimento di una quindicina di attività commerciali. Abbiamo ritardato perché non vogliamo penalizzare le aziende. Il nostro intento – ha concluso – è quello farle subentrare quando l’afflusso di passeggeri sarà aumentato, proprio perché i negozi potranno essere raggiunti solo da chi deve prendere l’aereo».