Dal 22 febbraio 2015, giorno nel quale un violento nubifragio provocò la frana di un costone roccioso, 14 nuclei familiari non hanno più fatto ritorno nelle loro abitazioni. Un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture per fare chiarezza e accelerare sui tempi
Bisacquino, dalla Regione fondi per famiglie dimenticate «Solo tampone, con 50mila euro in più soluzione definitiva»
A distanza di oltre un anno dal violento nubifragio che il 22 febbraio 2015 provocò la frana di un costone roccioso in contrada Cozzo Serronello, quattordici delle famiglie interessate dallo sgombero non sono ancora tornate nelle loro case. Per gli altri bisacquinesi coinvolti nell’evacuazione il rientro a casa è stato più rapido: è bastata infatti una indagine accurata sugli immobili per stabilirne la sicurezza. E oggi, a sollevare nuovamente il caso dopo mesi di silenzio, è un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti firmata dal deputato di Sel Erasmo Palazzotto.
L’interrogazione riguarda il destino dei nuclei familiari che abitavano nelle case della cosiddetta zona rossa e per i quali la Regione siciliana ha comunque previsto misure tampone per fronteggiare il loro disagio abitativo, circa 207 mila euro. Allora, durante un mese particolarmente piovoso, il maltempo colpì ripetutamente la Sicilia creando numerosi disagi. Vennero inizialmente evacuate ventotto abitazioni, mentre i vigili del fuoco mettevano in sicurezza la zona e liberavano le strade dai detriti. E ora si chiede giustizia anche per loro.
«Dopo un anno basterebbe uno sforzo minimo, appena 250 mila euro, per chiudere con la fase di emergenza la vicenda relativa ai quattordici nuclei familiari di Bisacquino – afferma -. Ma dentro uno stanziamento complessivo di poco meno di 30 milioni di euro per i danni provocati dalle precipitazioni del febbraio-marzo 2015 in Sicilia nessuno ha pensato di reperire queste risorse. Una beffa – aggiunge il parlamentare – considerando anche che la stessa delibera stanzia oltre 200 mila euro per far fronte ai disagi abitativi dei cittadini colpiti».
Una ricognizione del servizio di protezione civile del Comune di Bisacquino aveva previsto un costo complessivo di 252.741 euro per gli interventi necessari al ripristino delle condizioni di sicurezza in contrada Cozzo Serronello. Il comitato dei cittadini di Bisacquino evacuati il 21 febbraio dell’anno scorso chiede «interventi definitivi che possano consentirci di poter rientrare nelle nostre case». Interventi che appaiono possibili e poco costosi. «Si scorge, anche in questa vicenda – aggiunge -, una certa approssimazione da parte della Regione Siciliana. La stessa che nella finanziaria recentemente approvata ha inserito cifre irrisorie per la prevenzione del dissesto idrogeologico, che continua ad essere una priorità per la Sicilia. Risorse che, se ben spese, potrebbero evitare alla collettività esborsi di ben più robusta consistenza – conclude – per riparare ai danni causati da una mancanza di manutenzione del territorio».