Nel cortile dove gli alunni dell'istituto Vittorino da Feltre fanno Educazione fisica, ogni mattina si trovano diverse iniezioni usate. I genitori minacciano di non mandare più i figli a scuola, mentre la dirigente scolastica ha denunciato l'episodio ai carabinieri. «Tossicodipendenti da altri quartieri», dicono i genitori
Via Fontana, siringhe usate nel cortile di scuola «Dopo ogni week-end ce n’è sempre una decina»
«Troppo spesso, nel cortile dell’istituto comprensivo Vittorino da Feltre, si trova la media di dieci siringhe ancora sporche di sangue». La denuncia è di Claudio, catanese che vive nel quartiere di Nesima, che nella scuola a indirizzo musicale di via Fontana ogni giorno accompagna le figlie. Non senza il timore che qualcuna di loro possa pungersi con una delle iniezioni utilizzate e gettate via nel cortile del plesso e sul marciapiedi antistante. Una preoccupazione condivisa da tutti i genitori degli alunni della scuola che segnalano, ormai da settimane, il problema alla presidenza dell’istituto. E che fa stare in pensiero soprattutto i parenti dei piccoli alunni dell’asilo. Tanto che due giorni fa la preside ha sporto denuncia ai carabinieri.
Secondo Claudio, il problema è più pressante dopo il fine settimana. «Il lunedì mattina se ne trovano troppe», sostiene. «È una situazione inaccettabile, non solo per gli studenti», commenta il genitore. Nel cortile dove si trovano continuamente le siringhe sporche, gli studenti della Vittorino da Feltre svolgono le ore di Educazione fisica, «perché manca una palestra al coperto», precisa Claudio, con evidente stizza. Tra i cespugli «che non vedono manutenzione da chissà quanto tempo, gli operatori scolastici indossano i guanti, impugnano scope e palette rimuovono ogni giorno le siringhe», continua Claudio.
La minaccia è che «se entro un paio di giorno il posto non verrà bonificato, molti genitori non manderanno i figli a lezione». Secondo alcuni dei residenti del quartiere, la presenza delle siringhe sarebbe da imputare alla frequentazione del cortile da parte di gruppi di tossicodipendenti provenienti da altre zone di Catania. «Non capisco però perché, dopo essersi bucati, lanciano le siringhe dentro a una scuola. Non lo capiscono che si tratta di un posto frequentato da bambini?».