Per la quarta volta il giudice rigetta la richiesta di archiviazione della Procura di Catania. La vicenda riguarda il pagamento di 25 milioni di euro chiesti dall'università etnea e non corrisposti dall'allora Consorzio universitario ennese, a cui un collegio guidato dal presidente dell'Antitrust ha però dato ragione
Contenzioso Unict vs Enna, disposte nuove indagini Pitruzzella tra gli indagati. Il Gip: «Sentite Recca»
Nuove indagini per verificare se nel lodo arbitrale che ha risolto un contenzioso del valore di 25 milioni di euro tra l’Università di Catania e il Consorzio ennese universitario (da cui poi è nata la Kore) tutto sia legittimo. Per la quarta volta il gip rigetta la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Catania e chiede di approfondire la vicenda che vede coinvolti il presidente dell’Antitrust, l’avvocato e docente universitario Giovanni Pitruzzella, assieme ad altre quattro persone: Giuseppe Di Gesù, Giuseppe Petralia e Carlo Comandè, più il professore di Unict Giuseppe Barone la cui posizione, invece, viene adesso archiviata. Lo ha deciso il presidente dell’ufficio gip di Catania, Nunzio Sarpietro.
L’ipotesi di reato è passata da abuso d’ufficio a corruzione in atti giudiziari. Il contenzioso risale al 2008, la questione è il pagamento di 25 milioni di euro chiesti da Catania per l’attività didattica fino a quel momento svolta: nove i corsi di laurea e quattro le facoltà coinvolte. Il Ceu propone un pagamento di gran lunga inferiore a quello richiesto, centomila euro. Viene chiamato a esprimersi un collegio formato da tre nomi: Giovanni Pitruzzella (scelto da Enna), Giuseppe Di Gesù (dell’avvocatura dello Stato) e Giuseppe Barone (avvocato patrocinatore di Catania). E il collegio arbitrale vota a favore. Catania chiede l’impugnazione del lodo, ma la Corte d’Appello etnea respinge. Fino a quando alla Procura etnea non arriva un esposto anonimo che denuncia come, nel periodo in cui viene avviato il lodo, la figlia di Di Gesù avrebbe ottenuto la cattedra in tre materie importanti – Diritto internazionale, pubblico e privato -, senza averne i titoli. Parte l’indagine.
Nelle 14 pagine di provvedimento con cui il gip rigetta ancora una volta l’archiviazione, il giudice dà precise indicazione ai pubblici ministeri: dispone l’acquisizione di documenti sul contenzioso tra le parti, sul concorso con cui la figlia di Di Gesu è stata assunta dall’ateneo ennese e accertamenti patrimoniali. Inoltre chiede di sentire come testimoni l’allora rettore Antonino Recca e lo stesso professore Barone. Per lo svolgimento dei nuovi accertamenti vengono concessi 120 giorni di tempo alla Procura.