Dodici imprenditori hanno deciso di prendere in gestione il locale sequestrato al boss mafioso Gianni Nicchi. «Non ci possono essere zone franche a Palermo e per questo abbiamo accettato la sfida», spiega uno di loro. Guarda le foto
Legalità, rinasce il pub Ballarò «Il rione sta cercando la rivalsa»
Insieme si può. È questo il nome della cooperativa formata da dodici imprenditori di Confindustria che ha deciso di prendere in gestione il pub sequestrato al boss mafioso Gianni Nicchi. Il Pub Ballarò, nella piazza che porta il nome del rione, è stato inaugurato oggi con la nuova gestione. Presenti giornalisti, magistrati, il questore Guido Longo e la prefetta Antonella De Miro.
Il pericolo più grande che si percepisce è quello di non riuscire a integrarsi col territorio e lo sanno bene i dodici imprenditori, il quartiere rimane fuori a guardare, non entra. «Abbiamo già assunto due ragazzi del quartiere dell’Albergheria – spiega Giuseppe Todaro, vicepresidente di Confindustria Palermo – Appena avremo i primi utili, inoltre, ne devolveremo una parte per le attività sociali nel territorio».
«Non ci possono essere zone franche a Palermo e per questo abbiamo accettato la sfida – spiega uno degli imprenditori, che hanno scelto di restare anonimi per evitare sovraesposizioni mediatiche – Dobbiamo essere bravi a fare bene. Se così non fosse, saremmo noi ad aver fallito. Ma se invece ce la facciamo, sarà un successo del territorio. Nulla è facile in questa città, però è una bella sfida, una palestra importante per gli imprenditori che hanno deciso di scommetterci».
I dodici hanno deciso di entrare in punta di piedi e dicono di avere intenzione di fare rete nel territorio con le realtà virtuose già esistenti come il comitato cittadino Sos Ballarò. Alla domanda su quale sia la paura più grande, Todaro risponde: «Paura non ne abbiamo, il dispiacere più grande sarebbe che il quartiere e la città non accettino questo locale. Ballarò sta cercando una rivalsa e per noi tutti sarebbe una sconfitta non riuscire».