Francesca Commissari è una fotoreporter che ha deciso di seguire il viaggio di Lili e Petru, lo stesso compiuto da migliaia di cittadini romeni, tra Botosani e la provincia iblea. Ne è nata una mostra che costringe l'incosciente spettatore a riflettere sul percorso singolo di ogni protagonista. Guarda le foto
Da Vittoria alla Romania, in viaggio con i migranti «Raccontando una vita, dimostri che è reale, vicina»
Divide Botosani da Vittoria un viaggio lungo tremila chilometri. L’autobus che collega il capoluogo di una delle più povere regioni agricole della Romania alla Sicilia impiega due giorni e mezzo per coprire la distanza. Il traffico sulla rotta è continuo, ne parte almeno uno a settimana. I migranti romeni abbandonano così campi, case e famiglie, per cercare lavoro nell’agricoltura della fascia trasformata ragusana.
Francesca Commissari, fotogiornalista emiliana, ha anche lei comprato un biglietto dell’autobus Botosani-Vittoria e ha viaggiato con Lili e Petru, una coppia romena con cui era già nato un saldo e caloroso legame affettivo. È stato un viaggio di andata e ritorno per loro: Lili e Petru lavorano in Sicilia da tempo ed erano tornati per un breve periodo dai familiari. Francesca, che ha iniziato il suo reportage nella provincia iblea un anno e mezzo fa, ha così colto la possibilità di sperimentare e condividere la rotta migratoria romena. «È stato un viaggio lunghissimo, cinquantadue ore, attraverso speranze, preoccupazioni, desideri. Ho incontrato, nel cammino, centinaia di persone, assistito a saluti e lacrime, confidenze e consigli».
Ha sentito la necessità di continuare ad approfondire, attraverso la luce e le immagini, un’indagine antropologica necessaria, sia per la consistenza della presenza degli uomini e delle donne di etnia romena nel nostro territorio che per l’assoluta mancanza di rappresentazioni del fenomeno. «Necessaria anche perché si presuppone di migliorare la loro esistenza, raccontandola, supportandola, condividendola – solo così ha senso l’indagine antropologica», aggiunge. Il viaggio intrapreso e mai terminato, perché segnato da continui ritorni a casa e nuovi espatri, è il tema del reportage di Francesca Commissari. Che mette a fuoco la quotidianità delle esistenze, che concentra l’obiettivo sull’umanità del migrante. «Seguendo un percorso, una vita, raccontandola, dimostri che è reale, vicina – spiega la fotoreporter – e riesci solo così a creare empatia, sentire vicina l’esistenza, affezionarsi. In modo nucleare, attraverso la semplicità degli elementi comuni». La collezione di immagini forma così una descrizione che finalmente costringe l’incosciente spettatore a riflettere sul percorso singolo di ogni protagonista di questa drammatica epopea migratoria.
La Cooperativa Proxima, con cui Commissari collabora, si occupa da anni di sostegno ai migranti e integrazione nella provincia di Ragusa, denunciando coraggiosamente gli abusi (lavorativi e sessuali) che soprattutto le donne subiscono tra i campi e le serre. Proxima ha organizzato un evento per informare e discutere il fenomeno, dal nome Romania andata e ritorno, della durata di quattro giorni. Il congresso, iniziato martedì nella cornice barocca di palazzo Cosentini a Ragusa Ibla, si concluderà sabato. Il denso programma di appuntamenti e dibattiti è stato inaugurato dalla mostra fotografica di Francesca Commissari, che resterà aperta al pubblico sino al 20 dicembre.