La tromba d'aria ha spinto le barche fuori dal porto e causato danni in città. Ma la situazione peggiore è nelle campagne. «Siamo rimasti sotto le macerie, ma non abbiamo riportato nemmeno un graffio, siamo usciti sotto una pioggia e un vento che faceva perdere l'equilibrio e il respiro». Guarda le foto
Licata, il maltempo colpisce la produzione d’uva «Un inferno, serre venute giù a effetto domino»
La Guardia costiera è stata costretta a intervenire fuori dal porto per recuperare alcune barche a vela che il vento aveva spinto in mare aperto. È solo una delle conseguenze della tromba d’aria che si è abbattuta stamani, intorno alle 7.45, su Licata, nell’Agrigentino.
Il forte vento ha lasciato una lunga scia di danni sia in città, dove tutte le scuole sono rimaste chiuse, sia in campagna. Numerose aziende agricole sono state distrutte e la Coldiretti, in attesa di quantificare i danni con esattezza, ha già lanciato l’allarme: «Una stima completa si potrà avere nei prossimi giorni, ma sono già gravissimi i danni causati dal maltempo di stanotte. In particolare nella zona di Canicattì e Licata è stata danneggiata l’uva. Sono state sradicate le strutture». Stessi problemi per la produzione di zucchine.
La denuncia dell’associazione di categoria è confermata dalla testimonianza diretta di un imprenditore agricolo della zona di piano Cannelle, Gaetano Greco Polito. «Eravamo nella serra – racconta – ad un tratto sentiamo un rumore tipo aereo a distanza ravvicinata. Mezzo minuto dopo è arrivato l’inferno: le serre sono venute giù ad effetto domino. Fortunatamente anche se siamo rimasti sotto le macerie non abbiamo riportato nemmeno un graffio, siamo riusciti ad uscire sotto una pioggia e un vento che faceva perdere l’equilibrio e il respiro. Ci siamo infilati nel piccolo magazzino che avevamo accanto, ma anche da lì siamo fuggiti perché il vento ha spaccato una parete e portato via il tetto». Il signor Gaetano alla fine ha trovato riparo nell’auto semi sepolta da ciò che restava di una delle serre, «nonostante l’apprensione per gli altri due rimasti nella serra e che non vedevamo, ma fortunatamente illesi anche loro. È stato un inferno – continua -: fusti in aria, piante sradicate che il vento faceva volare ad una velocità impressionante, furgoni ribaltati, alberi spezzati e portati lontano a centinaia di metri. Credo che difficilmente rimuoverò il tutto, ci siamo abbracciati e messi a piangere, ci siamo salvati».
In città numerosi edifici sono stati scoperchiati al Villaggio agricolo e al Villaggio dei fiori dove alcuni serbatoi In città per l’acqua sono caduti dai tetti. Tegole sulle auto posteggiate in strada anche in via Colombo e alberi abbattuti in via Principe di Napoli e sulla salita Santo Antonio dove la strada è bloccata.