Il sovrintendente del Mare Sebastiano Tusa lavora da un anno alla manifestazione che si inaugura domani ad Amsterdam e proseguirà in altre capitali. «Avevo proposto una serie di iniziative, ma c'è stato un silenzio assordante. Non è solo una questione economica, la politica è più interessata a questioni autoreferenziali»
Reperti del mare di Sicilia in mostra in Europa «Vetrina unica, ma da Regione nessun evento»
Raccontare la Sicilia attraverso il mare e i preziosi reperti archeologici che da esso sono stati recuperati. L’Isola godrà nei prossimi mesi di una vetrina importante ad Amsterdam, Oxford, Bruxelles, Copenaghen e Bonn. Città che ospiteranno la mostra Mirabilia maris/Sicily and the sea. Un anno di organizzazione da parte della Sovrintendenza del Mare, affiancata dall’assessorato ai Beni culturali, ma neanche un evento a margine per sponsorizzare il meglio della Regione. «È un’occasione sprecata – ammette Sebastiano Tusa, sovrintendente e curatore – avevo proposto a più riprese una serie di iniziative, ma la risposta è stato un silenzio assordante. E non è solo una questione economica, la politica è più interessata a questione autoreferenziali».
Si comincia domani nella capitale olandese. Dove la mostra resterà fino al 17 aprile, all’interno del prestigioso Allard Pierson Museum dell’Università che ha sposato il progetto con convinzione, anche dal punto di vista economico. «Alla Regione Sicilia non costerà un euro, le spese sono tutte a carico degli enti che ci ospitano, ad Amsterdam così come nelle altre città», sottolinea Tusa. L’idea nasce dalla proposta dell’ambasciatore italiano in Olanda, il palermitano Francesco Azzarello. «Mi piacque, la colsi al volo e trovai subito l’appoggio del direttore del museo di Amsterdam», spiega il sovrintendente. La mostra ripercorre 2500 anni di storia della Sicilia, evidenziando anche il difficile lavoro degli archeologi subacquei e i nuovissimi mezzi di indagine e prelievo nei fondali offerti dalla tecnologia. Si aggiungeranno filmati storici, video-installazioni, ricostruzioni virtuali dei siti e relitti e l’edizione completa di un catalogo illustrato della mostra e dei manufatti esposti in lingua italiana ed inglese.
Ma i visitatori non potranno andare oltre il sedicesimo secolo: nessuna iniziativa, né evento a margine spiegherà cosa potrebbero trovare adesso in Sicilia. «Al di là dell’assessorato ai Beni culturali, non c’è stata nessuna collaborazione – attacca Tusa – avevo chiesto di promuovere il meglio della nostra isola, cioè i siti turistici, soprattutto quelli legati al mare e l’enogastronomia, ma dai dipartimenti del Turismo e delle Attività produttive non abbiamo ricevuto risposta». Il sovrintendente ammette le difficoltà economiche della Regione, «eppure – sottolinea – per Expo è stato speso molto e questa vetrina non credo sia da meno. Con estrema amarezza – continua – devo dire che il silenzio delle istituzioni regionali è stato assordante e di ciò me ne rammarico sia come responsabile di un’istituzione che, come riconosciuto ormai a livello nazionale e internazionale, ha dato estremo lustro alla Sicilia, sia come cittadino che vede sprecata un’altra occasione importante di promozione della nostra terra».
Tuttavia, Tusa spera ancora in una risposta diversa per le prossime tappe in giro per l’Europa. «Mi auguro che, ad aprile del 2016, quando ci sposteremo presso uno dei più prestigiosi musei al mondo, l’Ashmolean di Oxford, ci sarà una sensibilità positiva».