La denuncia è del segretario regionale dei Cobas settore trasporti, che punta il dito contro la gestione dell'azienda che si occupa in città del trasporto pubblico. Tra gli aspetti «oscuri» il budget che 2015 prevede ricavi e proventi «non contemplati dal vigente contratto di sevizio»
Amat, piano industriale «debole» La Barbera: «Troppe incongruenze»
Il piano industriale dell’Amat poggia su «deboli fondamenta, come un castello costruito sulla sabbia». La denuncia è di Antonino La Barbera, segretario regionale dei Cobas settore trasporti, che punta il dito contro la gestione dell’azienda che si occupa in città del trasporto pubblico. Per La Barbera il piano industriale presenta alcune «incongruenze» tra cui, ad esempio, il budget che 2015 prevede ricavi e proventi «non contemplati dal vigente contratto di sevizio». E, inoltre, che l’Amat non ha ancora revisionato il budget dopo le sollecitazioni degli uffici preposti.
«Gli autorevoli interventi fatti nei giorni scorsi da alcuni consiglieri comunali hanno aumentato le preoccupazioni dei lavoratori – dice – . Innanzitutto sul futuro del tram, infrastruttura che deve contribuire realmente al miglioramento della mobilità cittadina e, allo stesso tempo, avere dei criteri di gestione sostenibili. Non vorremmo che la velleità di far partire il tram prima del prossimo anno – aggiunge – diventi un’arma a doppio taglio per i 1.600 dipendenti dell’Amat».
Nel merito del piano industriale i Cobas, infatti, sottolineano «la frettolosità con cui la Giunta che in assenza del sindaco, nella seduta del 10 settembre scorso abbia dato via libera al documento». Anche, con riferimento ad esempio a quella che viene chiamata la metro del mare, «uno scollamento tra il ‘palazzo’ e la realtà aziendale dell’Amat». «Sul piano industriale – prosegue – molteplici sono le criticità sollevate dai burocrati di Palazzo delle Aquile e dal collegio dei revisori dei conti. Ovvero che il budget 2015 prevede ricavi e proventi non contemplati dal vigente contratto di sevizio».
L’Amat, inoltre, non ha ancora revisionato il budget dopo le sollecitazioni degli uffici preposti. «La ragioneria generale ha ritenuto di non dover rilasciare parere contabile, in quanto considera il piano industriale ‘un mero atto programmatorio che rinvia, per la propria efficacia, ad ulteriori provvedimenti tra cui principalmente il budget’. Il piano industriale, così com’è stato concepito, non ha un equilibrio economico. Dalla lettura del documento, predisposto dall’Amat ed approvato dall’amministrazione comunale, emergono altre incongruenze – conclude – che stiamo verificando».