Rori Pietro Paolo, con delega alla Polizia municipale, conferma che è stata la madre ad affidare i lavori su un edificio nel centro storico acese. La cui facciata sarebbe stata demolita nonostante i vincoli storici e artistici. «Non è vero, è colpa del maltempo. Ora dovremo ricostruirla a spese nostre», risponde
Acireale, l’assessore sulla palazzina di famiglia «Nessun abuso edilizio, la facciata è crollata»
«Pura e semplice strumentalizzazione». Replica così l’assessore Rori Pietro Paolo alla polemica nata ad Acireale su un possibile abuso edilizio avvenuto in pieno centro storico, ai danni di un immobile riconducibile alla madre. La notizia, diffusa negli scorsi giorni dal blog L’Altra Città, riguarda l’andamento anomalo dei lavori di ristrutturazione di una casa in via Cavour a pochi passi dalla centralissima piazza Duomo: la Linera Costruzioni – società a cui sono stati commissionati i lavori e che a sua volta ha subappaltato alla S.G.S. la concreta messa in opera degli interventi – avrebbe infatti provveduto a demolire la facciata del palazzo, in una zona ricadente in pieno centro storico e per sotto vincoli legati al carattere storico e artistico dei luoghi.
Tra le prime reazioni ufficiali c’è stata quella del locale Partito democratico che, con una nota a firma del segretario Sebi Leonardi, chiede all’amministrazione comunale guidata da Roberto Barbagallo di fare chiarezza. «Un simile intervento non è consentito in centro storico dal Prg né più in generale dalla normativa di settore – si legge – Il Partito democratico pretende risposte, oltre che dal sindaco, dagli assessori all’Urbanistica e alla Protezione civile (anch’essa intervenuta nel procedimento) affinché indichino quali provvedimenti o direttive intendano assumere per accertare e sanzionare eventuali irregolarità».
A gettare per il momento acqua sul fuoco è però il diretto interessato. «Nessuno abuso, soltanto speculazione politica – risponde Pietro Paolo a MeridioNews -. La facciata è crollata in seguito alle forti piogge dello scorso 9 settembre». Secondo l’assessore alla Polizia municipale, organo peraltro deputato a monitorare gli abusi in campo edilizio, il crollo non ha fatto altro che creare problemi ai proprietari dell’immobile. «Si tratta di una casa antica, mia madre risulta committente dei lavori che dovevano ammontare a 75mila euro per una ristrutturazione rispettosa dei vincoli esistenti – prosegue l’assessore – e che ora invece vedrà i costi lievitare notevolmente». Il motivo è presto detto: «La ditta che si occupa dei lavori ha per tempo comunicato agli uffici il cedimento della facciata, che adesso dovrà essere ricostruita esattamente come era prima. Che furbata sarebbe stata abbatterla sapendo che poi si sarebbe dovuto ricostruirla a spese proprie?»
Sulla questione, tuttavia, è intervenuto ufficialmente il Comune. «L’ufficio Urbanistica, dopo avere acquisito il necessario parere della soprintendenza dei Beni culturali di Catania e ogni altro atto e documento necessario, ha rilasciato un’autorizzazione per l’esecuzione di lavori di risanamento conservativo dell’immobile in questione», si legge in una nota. Qualsiasi intervento di demolizione, dunque, sarebbe stato effettuato abusivamente. «Non è stata autorizzata, né poteva esserlo, alcuna demolizione totale del fabbricato. Anche a fronte di alcune segnalazioni, il personale dell’ufficio Urbanistica si è recato in queste ore nel cantiere per verificare, accertare e documentare le modalità e lo stato dei lavori – conclude l’amministrazione – L’accertamento di eventuali irregolarità, oltre a produrre l’immediata sospensione dei lavori, porterà alle sanzioni previste dalla legge».