La Sapienza, due punti di vista a confronto

Lettera del rettore Recca a Benedetto XVI
“Al Santo Padre piena e convinta solidarietà dal mondo accademico catanese”

“Santità, Le esprimo personalmente e a nome dell’Università di Catania piena e convinta solidarietà per l’intolleranza, la polemica ideologico-politica e la chiusura culturale di cui è stata fatta oggetto, ingiustamente e impropriamente, quale massima autorità morale e religiosa, uomo di elevato livello intellettuale, teologico e filosofico, a causa di un’inappropriata contestazione”.

Si apre così la lettera che il rettore Antonino Recca ha indirizzato ieri al Pontefice Benedetto XVI, costretto a rinunciare alla sua visita nell’Università romana de “La Sapienza”, per causa dell’opposizione di alcuni tra docenti e studenti dello stesso ateneo.

“Attraversiamo un difficile momento di confusione e precarietà – prosegue la missiva del prof. Recca -, molti disagi si manifestano nella società italiana, che però possono essere superati con il dialogo, l’apertura e il confronto”. “Anche il nostro Ateneo – ricorda il rettore – ha purtroppo registrato, due mesi fa, qualche incomprensione e protesta per lo svolgimento di un incontro culturale sulla “questione antropologica e sfida educativa”, alla presenza, fra gli altri, del nostro arcivescovo, mons. Salvatore Gristina, e del vescovo relatore mons. Michele Pennisi. Sono state superate con buon senso e ragionevolezza da parte di tutti. Confido pertanto nella saggezza accademica dell’Università italiana e nella vocazione istituzionale all’accoglienza e alla verifica critica, rispettosa della dignità personale e professionale di tutti, affinché alla “Sapienza”, come in qualunque altro Ateneo, si creino le premesse perché chiunque sia messo nelle condizioni di esprimere le proprie idee e di comunicare sempre un messaggio di pace e di cultura etica. A maggior ragione il Santo Padre, che contribuisce ad illuminare il nostro cammino”.

“Forte di questo convincimento, che appartiene alla storia e al comportamento del mondo accademico catanese – si conclude il messaggio del rettore Recca – Le rinnovo i sentimenti di piena e convinta solidarietà e di riconoscenza”.

Prof. Toni Recca
Rettore dell’Università degli Studi di Catania

APPELLO DI SOLIDARIETA’ CON I COLLEGHI DELLA SAPIENZA DI ROMA
A proposito dei fatti relativi alla rinuncia di papa Benedetto XVI alla visita e al discorso all’Università Sapienza di Roma, in occasione della solenne inaugurazione dell’ anno accademico, i sottoscritti, docenti e ricercatori degli atenei italiani, esprimono la più ferma e convinta solidarietà ai colleghi sottoposti nelle ultime giornate a un linciaggio morale, intellettuale e persino politico, senza precedenti. Noi firmatari di questo Appello di solidarietà affermiamo che ci saremmo comportati come i 67 docenti della Sapienza, in nome della libertà della ricerca e della scienza. L’invito al papa in occasione dell’apertura dell’anno accademico costituisce offesa al sapere scientifico, ovvero un esecrabile cedimento nei confronti di un preteso principio dall’autorità .

I colleghi della Sapienza, lungi dall’impedire al papa di parlare hanno semplicemente contestato l’opportunità di far inaugurare l’anno accademico ossia il momento più solenne nella vita di un ateneo da un capo religioso, e nel contempo capo di Stato straniero. Tanto più che trattasi di un papa che ha espresso in reiterate occasioni l’idea che la ragione non possa che essere subordinata alla fede e ha assunto gravi prese di posizione che, mentre smantellano la Chiesa del Concilio Vaticano II, costituiscono gravi ingerenze nella sfera delle istituzioni politiche nazionali. In ogni caso, la protesta dei colleghi non contro Benedetto XVI era diretta, ma innanzi tutto contro l’autorità accademica che ha commesso la leggerezza di invitare un’autorità religiosa a una cerimonia che deve essere rigorosamente laica; tanto più grave, il gesto del rettore della Sapienza, in quanto ormai l’Italia è un Paese multietnico e multireligioso e ciononostante un regime concordatario, obsoleto anche nelle sue revisioni, che continua a privare le scuole pubbliche non universitarie della possibilità di un approccio comparativo al mondo delle religioni assegnando invece la priorità esclusiva all’insegnamento della religione cattolica. E il papa di Roma rappresenta soltanto una parte dell’opinione pubblica, anche di quella provvista di fede religiosa. Si aggiunga altresì l’atteggiamento di vera e propria subalternità mostrata dalle autorità accademiche, di concerto con quelle ecclesiastiche, e dal coro mediatico che ne ha accompagnato le scelte, era la pretesa che a Ratzinger fosse riservata una zona franca, in cui le espressioni di dissenso dovessero essere impedite, quasi forme di delitto di lesa maestà .

Noi sottoscritti, davanti alla campagna mediatica in atto, esprimiamo la più vibrata protesta e la più ferma preoccupazione per le parole che abbiamo letto e ascoltato in questi giorni, in un penoso unanimismo di testate giornalistiche e di forze politiche. Ci impegniamo, accanto ai colleghi della Sapienza e di tutti gli studiosi che con rigore e passione lavorano nelle istituzioni universitarie italiane, a lottare perché venga salvaguardato, in un Paese che sembra voler pericolosamente regredire all’epoca del papa re, la libertà della ricerca scientifica, in ogni ambito, da ipoteche fideistiche e da nuovi e vecchi principi autoritativi.

Torino, 16 gennaio 2008

Leggi l’elenco dei firmatari


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