Solo 500 tifosi rossazzurri al Massimino per la gara di coppa Italia contro la Spal. Le curve contestano il patron - oggi alla sua prima udienza davanti alla giustizia sportiva - e gli chiedono di vendere il club. Fischiata la squadra, sconfitta. Vedi le foto
Catania, stadio vuoto dopo lo scandalo «Non pagheremo i legali a Pulvirenti»
Meno di
500 spettatori (814 paganti secondo il club) in un impianto che ne può contenere oltre 20mila. È la risposta data dai tifosi rossazzurri alla prima partita ufficiale giocata dal Calcio Catania dopo lo scandalo I treni del gol. Vicenda che tiene in sospeso il futuro del club, a rischio di essere retrocesso dalla giustizia sportiva. In attesa della sentenza – che potrebbe arrivare oggi – rimangono vuoti anche i balconi dei palazzi vicini allo stadio, quelli con vista sul campo da gioco. Contestato Antonino Pulvirenti, attuale proprietario del club. Fischiata la squadra, che perde contro la Spal per 0-1 ed è eliminata dalla coppa Italia. Cori e applausi solo da parte dei tifosi ospiti, una dozzina, che a fine partita guadagnano le magliette dei propri beniamini.
Uno scenario già visto al Massimino. Gli spalti dello stadio catanese rimasero quasi deserti anche la scorsa stagione, in serie B, per le partite contro Brescia e Carpi. Gli ultimi impegni del girone d’andata, che il Catania chiuse in piena zona retrocessione. I tifosi non vollero entrare allo stadio per manifestare il proprio dissenso verso le scelte della dirigenza, allora rappresentata dal presidente Pulvirenti e dall’amministratore delegato Pablo Cosentino. Due dei tre dirigenti poi indagati dalla procura etnea con l’accusa di truffa e frode sportiva. Riferita a cinque partite dello stesso torneo che l’ex presidente ammise, davanti al gip, di avere provato a comprare per favorire la salvezza della squadra.
Prevedendo la scarsa affluenza di pubblico per la sfida di coppa Italia, il club aveva deciso di non aprire il settore più capiente: la
tribuna B. Un modo per risparmiare anche sui costi di gestione dello stadio, di solito non inferiori ai diecimila euro a partita. Stavolta l’incasso ha superato di poco i settemila euro, nonostante il prezzo per il biglietto di curva fosse stato maggiorato di tre euro rispetto all’anno scorso. «Non sarò io a pagare gli avvocati a Pulvirenti», scrive un tifoso sulla pagina Facebook Quando saremo tutti nella nord. Messaggio che riceve parecchi apprezzamenti da parte degli altri utenti. «Mi ci ha portato il cuore, anche se la testa non voleva», dice un ragazzo che esce dal Massimino a partita finita.
I gruppi organizzati, nel corso della settimana, avevano anticipato pubblicamente la loro intenzione di protestare contro il patron Pulvirenti disertando lo stadio. «Your time in over» («Il tuo tempo è finito») è il messaggio esposto, in curva sud, dagli ultras che scelgono di restare fuori per tutti e 90 i minuti di gioco. Quelli della curva nord entrano invece a partita in corso, per un quarto d’ora circa. Dietro lo striscione «Pulvirenti vattene» chiedono all’attuale proprietà di vendere rapidamente le quote del club. Attualmente in lizza per l’acquisto ci sono una cordata svizzera e un’altra italiana, che fa riferimento all’ex direttore generale Pietro Lo Monaco. A dare un’accelerazione alle trattative potrebbe essere l’esito del procedimento sportivo a carico del club e di Antonino Pulvirenti, che inizierà oggi a Roma.