Catania, una sentenza complica la vendita Quote e soldi agli eredi di Turi Massimino

La vendita del Calcio Catania somiglia sempre più a un rebus. A cui va aggiunto un tassello – finora mai reso pubblico – che potrebbe complicare ulteriormente la soluzione. È la sentenza di secondo grado con cui gli eredi di Salvatore Massimino hanno ottenuto dai giudici il riconoscimento di una parte delle quote societarie e di un credito da 400mila euro. Elementi che, se la sentenza verrà confermata in Cassazione, potrebbero scoraggiare gli eventuali compratori. Come se finora non fossero bastati l’attesa sulla decisione della giustizia sportiva che entro fine agosto stabilirà se retrocedere in Lega Pro il club; l’evoluzione dell’indagine sul fallimento di Wind Jet, controllata dalle stesse società – Finaria e Meridi – che oggi gestiscono il Calcio Catania; la «perdita di diversi milioni di euro» con cui il club ha giustificato il licenziamento di dieci dipendenti e, infine, la possibilità che sia proprio Antonino Pulvirenti a voler scoraggiare eventuali acquirenti.

Una cosa è certa. Il prossimo proprietario – uno o una cordata, poco importa – dovrà tenere in considerazione la sentenza di secondo grado della giustizia civile che ha stabilito sia la titolarità di alcune quote societarie in favore di Salvatore Massimino – fratello dell’indimenticabile presidentissimo rossoazzurro Angelo – che un credito vantato dagli ex proprietari nei confronti del Calcio Catania. Una somma inizialmente stimata in lire e che, con la conversione nella nuova valuta e i relativi interessi maturati negli anni, avrebbe raggiunto la quota di circa 400mila euro. Secondo alcune fonti giudiziarie, tra la famiglia Massimino – cioè gli eredi di Salvatore – e Pulvirenti ci sarebbero stati nel tempo diversi tentativi di trovare una soluzione al contenzioso. Ma gli scarsi risultati hanno spostato il confronto all’interno delle aule di piazza Verga. A stabilire l’ultima parola sarà comunque la corte di Cassazione, dopo il ricorso degli avvocati che assistono il club etneo. 

Un ostacolo in più verso l’obiettivo fatto proprio dal Comune di Catania: «Evitare che il calcio a Catania possa essere cancellato dallo scandalo della compravendita delle partite», come ha spiegato il sindaco Enzo Bianco, impegnato nel ruolo di regista della trattativa. Dopo il polverone sollevato dall’inchiesta I treni del gol – in cui tra gli indagati principali per truffa e frode sportiva ci sono l’ex amministratore delegato Pablo Cosentino e l’attuale proprietario Pulvirenti – si era prospettata una soluzione temporanea con una cordata catanese. «Per non più di due stagioni – aveva specificato in una nota palazzo degli Elefanti – nell’attesa di trovare un definitivo acquirente». 

Dopo il passo indietro del gruppo di investitori locali – dettato, secondo l’amministrazione, dalle parole di Pulvirenti – la trattativa sembrava vivere una fase di stallo. Ma, come ha confermato a MeridioNews l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando, questa settimana potrebbe portare delle novità. È l’effetto dell’incontro avuto giovedì scorso in Comune tra l’amministrazione e l’ex direttore generale del Calcio Catania Pietro Lo Monaco, che ha proposto un progetto di investimento a lunga scadenza per l’acquisto del club e sondato la disponibilità della cordata catanese a farne parte.


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I possibili compratori della società rossazzurra potrebbero essere costretti a fare i conti anche con un credito di circa 400mila euro e la titolarità di alcune quote societarie vantati dal fratello del presidentissimo Angelo. E che adesso andrebbero agli eredi. Gli stessi a cui i giudici di secondo grado hanno già dato ragione

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