Cercasi aula studio disperatamente

Da circa due mesi ormai la residenza universitaria “Centro” di via Oberdan è priva dell’aula studio a causa di lavori di ristrutturazione. La struttura, sita al primo piano del complesso gestito dall’Ersu, quand’era fruibile poteva ospitare giornalmente centinaia di studenti di tutte le facoltà. Ora si assiste a una sorta di diaspora da parte dei ragazzi, soprattutto fuorisede, i quali, da tempo, sono alla ricerca di un altro luogo tranquillo che permetta loro di studiare.
 
Le alternative sono le varie aule studio delle diverse facoltà, strutture che a volte non riescono a garantire ospitalità a tutti gli studenti. Il disagio è grave anche perché non vi sono strutture nella zona dedicate allo studio; ricordiamo che le residenza “Centro” si trova in un punto nevralgico del tessuto universitario.
 
Il senatore accademico Gaetano Ficicchia ed il consigliere della facoltà di Scienze politiche Andrea Carlino hanno segnalato il problema, pur comprendendo le ragioni dell’Ersu che mira ad una completo rinnovamento dei locali ed alla realizzazione di una grande aula studio (parte della quale sarà adibita a sala internet). A rendere le cose complicate ci sono i tempi dei lavori di ristrutturazione, che molto probabilmente saranno abbastanza lunghi. I rappresentanti degli studenti, a tal proposito, sollecitano un’alternativa valida alla struttura di via Oberdan, per permettere ai ragazzi di potersi preparare alle numerose e imminenti verifiche ed esami prima delle vacanze natalizie.
 
«Ho proposto ai dirigenti dell’ente regionale di mantenere la mobilia, ancora in buone condizioni, della vecchia aula studio affinché questa venga temporaneamente portata nella nuova struttura situata al primo terra – spiega Ficicchia –. L’operazione non costerà nulla, poiché la sede in questione è già agibile ma al momento è chiusa. Questa sede potrebbe essere un’alternativa valida alla vecchia aula studio che dovrà essere ristrutturata. La nostra richiesta, poi, è che tutto si risolva nel più breve tempo possibile». Si spera che, entro la prossima assemblea d’Ateneo, si possa prospettare una soluzione.


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