Sono in stato di agitazione gli universitari dell'ex facoltà di Scienze politiche. «Dopo l'ennesimo crollo l'edificio storico che ospitava la facoltà è stato dichiarato inagibile - spiegano - e il rischio è un blocco degli appelli per la sessione estiva a causa della mancanza di aule. Dalla prossima settimana scatta la mobilitazione»
Collegio San Rocco off limits «Non siamo studenti di serie B»
Oltre il danno la beffa. Per gli studenti dell’ex facoltà di Scienze politiche a Palermo potrebbe profilarsi un blocco degli appelli per la sessione estiva. La causa? L’inagibilità del Collegio San Rocco, vecchia sede della facoltà, oggi off limits dopo l’ennesimo crollo verificatosi lo scorso 21 maggio. L’edificio, di proprietà del Comune, che ospitava le lezioni in via Maqueda, già nell’agosto del 2013 era stato colpito da un cedimento. Allora a crollare era stata una porzione di tetto. «Allora – dicono gli studenti – ci fu promesso che entro sei mesi avremmo avuto o una nuova sede o la nostra ristrutturata. Servivano 25mila euro, ma da allora non è successo niente».
Così oggi circa 200 studenti e qualche docente si sono riuniti in assemblea all’anfiteatro di Economia in viale delle Scienze per mettere a punto una serie di iniziative per sensibilizzare le istituzioni, Università e Comune, a trovare «soluzioni tempestive». Gli studenti chiedono l’immediato avvio dei lavori di ristrutturazione, di avere garantiti degli spazi per il regolare e sereno svolgimento degli esami della sessione estiva e, se il problema dovesse sussistere fino all’inizio del prossimo anno accademico, di avere una riduzione o un annullamento delle tasse per i disagi subiti.
«All’assenza di una struttura e alla mancanza di diritti e servizi noi rispondiamo con un blocco di tutte le attività dell’Università di Palermo – afferma Federico Guzzo, studente di Scienze politiche -. Oggi ci troviamo a non avere più una sede e rischiare, addirittura, di non poter svolgere gli esami della sessione estiva». Per scongiurare questo pericolo gli studenti annunciano la mobilitazione, già a partire dalla prossima settimana, bloccando le attività dell’Ateneo finché «le nostre richieste non troveranno una risposta reale».
«Da due anni non abbiamo una facoltà e uno spazio fisico che ci rappresenti – dice Ersilia Lena, studentessa di Scienze politiche –. Chiediamo delle risposte al rettore e al vice sindaco e assessore all’Edilizia Emilio Arcuri. Misure immediate e un confronto che fino ad ora non c’è mai stato». Su Facebook gli studenti hanno anche creato una pagina «Scienze politiche in agitazione».
«Non possiamo accettare di pagare tasse sempre più alte a fronte dell’assenza totale di garanzie e servizi da parte dell’Università – conclude Federico -. Non possiamo accettare di essere svuotati della nostra identità di studenti di Scienze politiche, perché non abbiamo nemmeno un luogo dove fare lezione, né possiamo rischiare ogni giorno di fare lezione in edifici fatiscenti a rischio di crollo. Non siamo studenti di serie B».