Controlli in tre locali di via Santa Filomena Sanzioni per Cuttigghiu e Polpettari

Nuovi controlli della task force formata da polizia, vigili urbani e Azienda sanitaria provinciale che ieri sera hanno effettuato un sopralluogo in tre locali di via Santa Filomena. Per tutte e tre le strutture sono state elevate delle sanzioni per occupazione abusiva di suolo pubblico in eccedenza a quella autorizzata. Per il ristorante Cuttigghiu sono state comminate due multe per un totale di quattromila euro per «gravi violazioni in materia di igiene». Inoltre è scattata l’inibizione dell’uso della cucina e del deposito nella vicina via Diana. 

Secondo quanto rilevato dalle forze dell’ordine, le condizioni igienico sanitarie non sarebbero state conformi alla normativa sanitaria. Come scrivono in una nota, «le pareti dei locali cucina risultavano annerite, erano presenti residui alimentari sul pavimento, sulle attrezzature e sugli impianti». All’interno del deposito «le cui pareti si presentavano con evidenti tracce di muffa umidità, custodite in un freezer non idoneo, venivano rinvenute e sequestrate carni per complessivi 53 chili e alimenti vari, in pessimo stato di conservazione e o scaduti, ovvero alimenti freschi il cui surgelamento è vietato». Il cibo verrà ulteriormente analizzato dal personale veterinario dell’Asp. 

Per il titolare è scattata una denuncia in stato di libertà per «commercio o detenzione di sostanze alimentari nocive, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità per la mancata installazione della pedana prevista nell’ordinanza sindacale, e collocamento di cose pericolose poiché durante l’attività venivano rinvenute due bombole di gas sulla pubblica via a servizio dei locali cucina». Infine nello stesso locale dove si trova la dispensa sono stati trovati cittadini stranieri «senza avere preventivamente presentato all’autorità di pubblica sicurezza dichiarazione di ospitalità». 

Nel vicino ristorante FilomenaI Polpettari srl è stata elevata una multa da mille euro per «mancanza di attrezzature e modifica dei luoghi, e anche per quel che concerne l’occupazione di suolo pubblico eccedente l’autorizzazione comunale concessa».

Il nome della terza struttura non è stato comunicato dalle forze dell’ordine. Nel corso dei controlli amministrativi sono state identificate 21 persone.

Ecco la replica integrale dei gestori del Curtigghiu:

Dopo un anno di trepidante attesa e di ansie paragonabili forse al pre-esame di maturità è arrivato il fantomatico blitz anche da noi. Inutile riscrivere come funzioni e quanto vessatorio sia perché oramai lo sapete tutti a memoria, potremmo fare copia e incolla dalle repliche settimanali dei nostri colleghi già blittzati. La sera dopo il blitz ci hanno subito tutti raccomandato prima ancora di chiamare l’avvocato di scrivere una replica a quanto sarebbe uscito sui giornali. Non intendevamo farlo ma poi oggi vedendo cosa è apparso ci siamo sentiti in dovere di scrivere qualcosa per chiarezza intellettuale.

Prima cosa il locale è regolarmente aperto e non ha mai chiuso regolarmente autorizzato dalla Asp a lavorare perché risultato idoneo, quindi già uno di quelli che chiameremo capi d’accusa è inesatto.

Evidentemente nessuno di noi è perfetto e su qualcosa avremo peccato di leggerezza, per esempio non obbligare i dipendenti a chiudere gli armadietti e non rovinare quanto di pertinenza del loro bagno oppure evitare di congelare quel maledetto petto di pollo che era in abbondanza o il pane della mollica che non volevano buttare. Ma da lì a essere definiti criminali ci pare esagerato, 53 chili di carne neppure ci entrano nel pozzetto e tra quello che poteva essere sequestrato (due petti di pollo e due chili di macinato comprati freschi) ci sono anche prodotti che arrivano già congelati da fuori Sicilia e regolarmente tracciati, nessuno ci ha chiesto la fattura per dimostrarlo, era troppa la concitazione di individuare il mostro. Prodotti scaduti non ve ne era neppure uno ma è un termine che fa notizia.

Ieri ho passato il pomeriggio in questura, in sala d’attesa e pensavo ora arriverà in manette quello che ha preso la borsa di mia mamma a Librino qualche mese fa, o la signora che mi ha sciolto con l’acido il tetto della macchina o quello che spaccia all’angolo della strada invece no l’unica indagata del giorno ero io, fa impressione vi assicuro, e quando firmando il verbale ho letto «possesso di sostanze nocive» nell’ingenuità ho detto «ma come? non c’era nessun detersivo o Ddt in cucina» e la risposta è stata «ma no era la carne: il pollo e il macinato». E vabbè penso che forse aveva ragione Tomasi di Lampedusa quando diceva: «In Sicilia non importa far male o far bene, il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di fare». Però non mi arrendo e continuo a lavorare e far lavorare persone con onestà, se in qualcosa abbiamo sbagliato ce ne prendiamo la responsabilità ma non accetteremo di incarnare il mostro che distrae dai veri problemi della città così come non hanno fatto gli illustri colleghi colpiti prima di noi.


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