Fino a lunedì lo scalo della capitale sarà operativo al 60 per cento. Ma la politica dell'ex compagnia di bandiera - che effettua collegamenti per la Sicilia solo con scalo - ha bloccato tantissimi cittadini. «Dovevo partire ieri sera da Torino, alle 6 del mattino il call center mi ha trovato l'ultimo posto da Linate», racconta un dottorando pendolare. Intanto i prezzi raggiungono i 500 euro
Caos Fiumicino, centinaia di siciliani bloccati al Nord «Colpa della politica di Alitalia che fa scalo a Roma»
Creare un imbuto è rischioso. Soprattutto se improvvisamente lo stretto passaggio diventa impraticabile. Il caos degli ultimi giorni all’aeroporto Fiumicino di Roma, dove il terminal 3 è stato colpito da un incendio devastante, rende evidente come la nuova politica di Alitalia nei confronti della Sicilia danneggi la mobilità di milioni di residenti nell’Isola. A distanza di tre giorni dal rogo, sono centinaia i siciliani che non sono potuti rientrare. Bloccati non solo nella capitale, ma anche a Torino, Venezia, Verona. Città da cui l’ex compagnia di bandiera non effettua più collegamenti diretti, ma tutti con scalo a Roma. Giovedì da e per l’aeroporto Fontanarossa di Catania si sono registrate 19 cancellazioni, ieri il numero è sceso a dieci. Poco meglio è andata a Palermo.
«Sarei dovuto partire ieri sera da Torino, ma il volo è stato cancellato – racconta Andrea, dottorando e pendolare sulla tratta Catania-Milano-Torino – solo dopo lunghe attese al call center, che ho chiamato ieri alle sei del mattino, sono riuscito a ottenere l’ultimo posto disponibile da Milano Linate per stamattina». Lo scalo lombardo è rimasto l’unico a effettuare un volo diretto Alitalia con la città etnea, ed è stato preso d’assalto da chi cercava un’alternativa al proprio volo cancellato o posticipato anche di due, tre giorni. «Davanti alla proposta del call center di partire da Milano l’indomani – continua Andrea – ho provato a prendere un po’ di tempo per pensare a come organizzarmi, ma l’operatrice, molto disponibile, mi ha invitato a decidere subito, dicendomi che era l’ultimo posto libero e che l’avrebbe preso qualcun altro viste le centinaia di telefonate che stavano ricevendo».
Il dottorando ha quindi preso il treno, pagato un’altra notte a Milano a sue spese ed è partito stamani per Catania. Senza costi aggiuntivi sul biglietto. Una fortuna, visto che nel frattempo, i pochi posti disponibili rimasti hanno raggiunto prezzi altissimi: ieri mattina restavano tre posti sul volo che sarebbe partito la stessa sera da Linate alle 19, ma ad un costo di 500 euro. Mentre per questa mattina, sabato 9 maggio, sempre dallo scalo lombardo, erano liberi gli ultimi tre biglietti a 288 euro. L’aumento esorbitante dei prezzi coinvolge anche le altre, poche, compagnie che effettuano collegamenti diretti dal Nord alla Sicilia. «Da Torino o Milano negli ultimi due giorni, qualsiasi altra compagnia non aveva voli inferiori a 200 euro», spiega Andrea. Ecco perché anche l’opzione rimborso, che Alitalia propone ai clienti danneggiati, non risolve minimamente il problema. «Mi avrebbero risarcito di 90 euro, assolutamente insufficienti per comprare un altro biglietto», precisa il dottorando. Situazione addirittura peggiore per i residui collegamenti da Roma (Ryanair, ad esempio, si è spostata all’aeroporto di Ciampino).
Su questo tema è intervenuto il sindaco di Catania Enzo Bianco che parlato di «aumento ingiustificato» e ha annunciato che lunedì formalizzerà un esposto. Il presidente dell’Enac, Vito Riggio, ha dichiarato che verrà aperta un’indagine. «Al di là di questa vicenda – comunica l’amministrazione etnea – Bianco ha chiesto ai vertici dell’Enac di convocare una riunione nel più breve tempo possibile per trovare una soluzione riguardo l’applicazione costante della tariffa piena, e quindi con un costo assolutamente fuori dalle logiche del mercato, nei voli da e per la Sicilia».
«Il problema – commenta il dottorando pendolare – sta nella strategia di Alitalia dopo il matrimonio con Etihad, che ha tagliato fuori la Sicilia. È la politica, in particolare quella regionale, che dovrebbe interessarsi di un tema tanto importante come la mobilità di milioni di siciliani e fare pressione affinché questa situazione cambi». Oggi su questo punto è intervenuto il deputato regionale Nello Musumeci: «Come la Fiat con Termini Imerse, Alitalia non smentisce il cliché delle aziende-stato che mortificano la Sicilia – ha dichiarato il presidente della commissione Antimafia dell’Ars – Quanto sta accadendo in queste ore con la cancellazione di decine di voli lascia interdetti. Come non ci si rende conto della insularità della Sicilia, che avrebbe meritato maggiori attenzioni nella ridefinizione del piano di volo? Siamo all’assurdo, le compagnie low-cost atterrano e il principale vettore di Stato ha duplicato l’effetto del crollo della Palermo-Catania: divisi in Sicilia e separati dall’Italia».
Intanto Alitalia ha annunciato che anche oggi, e fino a lunedì, ci sarà una riduzione del 40 per cento dei voli in partenza o con destinazione Roma. Tutti i passeggeri sono invitati a controllare lo stato del proprio volo sul sito di Alitalia, nella sezione infovoli o chiamando il numero verde 800 6500055.