Reagenti scaduti per le analisi cliniche  Chiuso il laboratorio Leonardo Da Vinci

Utilizzati consapevolmente. Almeno è quanto emerge a seguito dei controlli dei NAS di Palermo. I reagenti scaduti, adesso posti sotto sequestro, infatti sono stati trovati non solo in magazzino ma anche nelle apparecchiature utilizzate per fare gli esami diagnostici ai pazienti. 

Accadeva nel laboratorio di analisi Cliniche Leonardo Da Vinci, sito nell’omonima via, convenzionato con il Servizio Sanitario Regionale. Il valore dei prodotti scaduti era di circa 25.000 euro. Il direttore tecnico Adragna ed il legale responsabile per frode in pubblica fornitura. 

«Si tratta di un rischio serio per la salute pubblica – dice il capitano Giovanni Trifirò a Meridionews -. I valori falsati portano di conseguenza il medico curante a prescrivere poi farmaci che il paziente non dovrebbe utilizzare e viceversa, a non prescrivere medicinali che servirebbero a curare la patologia. Se, facendo un esempio, si dovesse trattare di un esame per verificare la presenza di un marker tumorale, un esito falsato e dunque errato potrebbe dare un esito negativo, e dunque il paziente non 

inizierebbe le cure necessarie e soprattutto non in tempo. L’utilizzo di reagenti scaduti nei laboratori di analisi cliniche compromette, di fatto, gli standard qualitativi delle analisi effettuate, rendendo inattendibili i risultati, con possibili gravi conseguenze sullo stato clinico dei pazienti nonché con danno economico per il servizio sanitario regionale per diverse migliaia di euro..

I NAS hanno controllato di recente dieci strutture convenzionate tra Palermo Trapani e Agrigento e sono tre quelle compromesse, tra cui una a Carini e un’altra a Partinico;  cinque persone, tra legali responsabili di laboratorio e direttori tecnici, sono state segnalate all’autorità giudiziaria con il sequestro di reagenti per un valore complessivo di circa 15.000 euro.  

Per queste ultime strutture è stata avviata la procedura di revoca dell’accreditamento con il Servizio Sanitario Regionale e di sospensione dell’attività. 

Nel caso specifico, si è arrivati al laboratorio Leonardo da Vinci a seguito di una segnalazione da parte di un paziente che aveva trovato un referto con più analisi di quelle richieste. Il medico curante e il paziente stesso si sono accorti di alcuni valori alterati e hanno così deciso di segnalare il fatto alle forze dell’ordine. 

E’ probabile che siano coinvolti altri soggetti che hanno venduto i prodotti scaduti per disfarsi di residui di magazzino, «Non sappiamo ancora se sia così – continua il capitano Trifirò-, stiamo verificando. E’ chiaro che ci sia dietro un motivo economico e vogliamo pensare che si tratti di una fatto circoscritto al laboratorio che ha tentato di eliminare i prodotti in più rimasti in magazzino, ma non escludiamo al momento nulla».


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